Roma, 12 set – Torna a crescere il mercato del libro nel primo semestre del 2019. Relativamente alle vendite di soli libri di varia adulti e ragazzi nei canali trade (librerie, librerie online e grande distribuzione, compresa la stima Aie di Amazon), si è registrata una crescita del fatturato del +3,8% (530milioni di euro) e una crescita più contenuta in termini di copie +2,9% (39,7 milioni di copie vendute). Tuttavia, secondo la ricerca commissionata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) in occasione dei suoi 150 anni, in Italia si legge ancora poco e male: si legge poco (il 60% dei 15-74enni legge un libro all’anno): tra i cinque maggiori mercati editoriali europei, l’Italia si presenta come il Paese con il più basso indice tra la popolazione adulta.
Inoltre, il digitale non ha allargato la base di lettura: i mercati europei degli e-book (Regno Unito escluso) valgono tra il 4% e il 6% di quello trade (in Italia siamo vicini al 5%). E ancora oggi solo il 5% dei lettori italiani legge libri solo in digitale. Nel frattempo si sono aggiunti gli audiolibri che vengono letti dallo smartphone. La lettura di libri di carta nel 2019 è praticata dal 60% dei 15-75enni (nel 2017 dal 62%); quella degli e-book dal 24% (nel 2017 dal 27%); e l’ascolto di audiolibri dal 6%.
Il 26,7% (dato 2018) di chi ha una laurea non ha letto alcun libro nel corso dell’anno precedente. Parliamo di più di un laureato su quattro. Sempre nel 2018, il 40,8% di imprenditori, dirigenti di azienda, in genere di chi occupa ruoli apicali nella grande, media e piccola industria italiana, dichiara di non aver letto alcun libro: nessun romanzo, nessun libro di saggistica di qualunque genere e argomento (geopolitica, trasformazioni sociali, marketing, effetti della globalizzazione dei mercati, comunicazione, sviluppo tecnologico, industria 4.0, intelligenza artificiale). Non meglio fanno i quadri intermedi, dove abbiamo un 38,2% di non lettori. Ma anche gli studenti, dove il livello sale al 70,4%, o chi è in cerca di occupazione (69,4%).