Roma, 16 set – Tornano in mare i pescherecci in tutto l’Adriatico per rifornire dall’inizio della settimana i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco. Oggi, afferma Coldiretti Impresapesca, finisce il fermo pesca che dal 15 agosto ha bloccato le attività della flotta italiana da San Benedetto nelle Marche fino a Termoli in Molise, mentre dal 9 settembre sono riprese le attività nel tratto di mare da Trieste ad Ancona e la settimana prima in quello da Bari a Manfredonia.
Via libera quindi lungo tutta la costa adriatica a fritture e grigliate a “chilometro zero” realizzate con il pescato locale e “meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero delle stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano. Un pericolo favorito dal fatto che in Italia quattro pesci su cinque consumati nei territori interessati dal blocco vengono dall’estero”.
Se in Adriatico si torna a pescare, “si estende invece lo stop per un mese a tutto il Tirreno, con l’avvio del fermo nel tratto da Civitavecchia nel Lazio, lungo tutta la costa della Toscana e quella della Liguria, fino a Imperia, dopo che lunedì 9 settembre si erano interrotte le attività sulla costa da Brindisi a Roma. La novità di quest’anno è che in aggiunta ai periodi di fermo fissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17 giorni, a seconda dalla zona di pesca cui sono iscritti”.
“Le giornate di stop – aggiunge Coldiretti Impresapesca – saranno decise direttamente dai pescatori, che dovranno darne comunicazione scritta entro le ore 9 del giorno stesso. L’intero ammontare delle giornate aggiuntive dovrà essere obbligatoriamente effettuato entro il 31 dicembre 2019. Sul litorale tirrenico è comunque disponibile pescato proveniente dalle altre zone nazionali dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare”.