Roma, 18 set – E’ il più grande progetto della storia di Reggio Calabria ed uno dei più ambiziosi d’Italia, che potrebbe proiettare la città calabrese dello Stretto come un centro nevralgico nel cuore del Mediterraneo, di cui è l’esatto centro geografico. L’idea è della società che dieci anni fa ha realizzato Porto Bolaro, il primo centro commerciale di Reggio Calabria nella zona Sud della città, e poi la Marina di Porto Bolaro, un approdo per la nautica da diporto che sta crescendo sempre di più di anno in anno e accoglie lussuose imbarcazioni in transito nello stretto.
Il progetto prevede quattro grandi aree: il porto turistico, il Lungomare, la Bolaro Tower e il Pala Mediterraneo. Il progetto “Mediterranean Life” è stato realizzato tecnicamente dagli architetti Giancarlo Ferrante, Giuseppe Falduto, Stefano Lionte e Federica Cilea, con i collaboratori Nicola Zera Falduto e Paolo Siclari ed è stato già presentato al Comune, che nei mesi scorsi ha convocato l’apposita Conferenza dei Servizi. L’iter burocratico per le autorizzazioni, quindi, è già partito, anche se servono pochissime deroghe. L’area interessata dall’intervento è di proprietà della società che ha ideato del progetto e rispetta già la destinazione urbanistica, poiché si trova al di fuori di ogni tipo di vincolo aeroportuale ed è completamente edificabile. Porto Bolaro, in sostanza, ha pensato questo progetto per migliorare casa propria con uno sguardo più ampio alla città e al circondario. Le uniche deroghe necessarie sono quelle per l’altezza dei grattacieli e per il volume delle strutture, oltre all’iter demaniale per il porto turistico che è stato progettato su una superficie di 71.140 mq di banchine, che racchiudono uno specchio d’acqua di 90.010 mq per poter ospitare imbarcazioni di lusso e navi da crociera.
Il progetto si presenta come un’estensione dell’attuale struttura di Porto Bolaro, verso Nord, nella zona “industriale” di San Leo che da decenni versa in deprimenti condizioni di abbandono e incuria che dovrebbero creare imbarazzo a tutti i cittadini. Il valore del progetto, quindi, è doppio: non solo una realtà avveniristica e al passo con i tempi del mondo in riva allo Stretto, ma anche una riqualificazione ambientale e territoriale in un’area industriale in abbandono, senza alcuna spesa pubblica ma con ripercussioni positive straordinarie sotto tutti i profili sociali, economici e di qualità della vita per la città
Il progetto, oltre al grande porto turistico, si compone di un Lungomare Mediterraneo con tante strutture dedicate allo sport (campi da tennis, calcio, basket e bocce) e alla cultura (spettacoli teatrali, cinema, esposizioni artistiche). E’ previsto un PalaMediterraneo con due torri di 24 piani per 288 appartamenti attrezzati per ospiti di livello provenienti da tutto il mondo nella struttura portuale. Nel progetto, inoltre, ci sono una Arena sul mare e una piscina olimpionica ma soprattutto il fiore all’occhiello, la Bolaro Tower, un grattacielo di 179 metri che diventerebbe uno dei più alti d’Italia, paragonabile soltanto alle tre Torri “Unicredit”, “Allianz” e “Hadid” del progetto CityLife di Milano e ai due grattacieli della Regione Piemonte e di Intesa Sanpaolo a Torino.
La Bolaro Tower prevede 30 negozi al primo piano, 10 sale cinema e bowling al secondo piano, centro benessere, palestra, sale multifunzione e da ballo al terzo piano e poi una serie di appartamenti su terrazzamenti realizzati partendo dell’idea di un “Bosco Verticale Mediterraneo”, con grande sensibilità ai temi dell’ambiente e dell’armonia naturale, e un Resort a 5 Stelle di 37 piani, con 629 camere, per ospitare 1.258 persone. Proprio una di quelle strutture di cui a Reggio Calabria si sente molto la mancanza. Complessivamente il progetto prevede un’occupazione diretta di 2.610 addetti fissi e una indotta di 3.915 addetti fissi, per un totale di 6.525 posti di lavoro a tempo indeterminato, oltre a tutte le maestranze necessarie a costruire l’opera nei 4 anni di lavori.
Il progetto di Porto Bolaro è stato selezionato da Waterfront Lab per essere presentato a fine Settembre alla Fiera Nautica di Genova come emblema del “laboratorio di incontro” tra la nautica e le infrastrutture.