Roma, 19 set – Dimezzare le emissioni di gas serra in meno di un decennio? Si può, secondo un rapporto realizzato da un team internazionale di esperti, secondo il quale il progresso delle tecnologie per la produzione di energia sostenibile e il rafforzamento di buone pratiche già esistenti tra i cittadini potrebbero raggiungere il risultato entro il 2030. E’ stato diffuso oggi l'”Exponential Roadmap 2019″, rapporto annuale prodotto da un gruppo di esperti internazionali che delinea 36 soluzioni per tagliare di metà le emissioni nel mondo, in vista del Summit sul clima 2019 presso le Nazioni unite.
Se l’obiettivo è azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050, questo vuol dire che entro il 2030 esse vanno dimezzate. “Mentre la scala della trasformazione è senza precedenti, non lo è la velocità”, ha detto uno degli autori del rapporto, Johan Rockstroem dell’Istituto di ricerca sull’impatto climatico di Potsdam, in Germania. “E’ una gara contro il tempo – ha continuato – ma le aziende e l’intera industria hanno effettuato alcune significative transizioni in meno di 10 anni”.
Secondo gli esperti, il prossimo decennio è cruciale e presenta la prospettiva di una rapida transizione economica. In particolare i paesi più sviluppati hanno la responsabilità di lavorare sulla riduzione delle emissioni.
In particolare, il rapporto evidenzia quattro punti di forza che, combinati, potrebbero accelerare la trasformazione in senso positivo: la sempre maggior influenza dei movimenti sociali per il cambiamento in dialogo con le città e con le aziende; il crescente sostegno politico per l’ambizioso progetto delle zero-emissioni entro il 2050; la sempre maggiore economicità dell’energia solare ed eolica, che oggi costano meno di quella da combustibili fossili, combinata all’innovazione tecnologica di strumenti per lo stoccaggio dell’energia, come batterie, o alla diffusione di veicoli elettrici; la digitalizzazione delle comunicazioni che permettono una più rapida diffusione delle trasformazioni già citate.
Il rapporto si è giovato della collaborazione tra l’accademia, i gruppi della società civile e aziende. Spazia in sei settori: energia, industria, trasporto, costruzioni, consumo del cibo, soluzioni naturali.
Il settore più promettente appare essere quello dell’energia. “Il solare low cost, il vento e le tecnologie delle batterie sono su traiettorie profittevoli esponenziali, che potranno dimezzare le emissioni prodotte dalla generazione elettrica entro il 2030”, ha spiegato Tomas Kaberger della Chalmers University of Technology in Svezia, uno degli autori. “In alcuni mercati meno sviluppati, tuttavia, il sostegno è ancora necessario per assicurare questa scala” di trasformazioni.
Resta tuttavia un ostacolo: i sussidi per i combustibili fossili continuano a ostacolare la crescita esponenziale delle rinnovabili e gli investimenti per i combustibili fossili non sono compatibili con il target.
Secondo il rapporto, inoltre, i veicoli elettrici hanno il potenziale di coprire il 90 per cento del mercato entro il 2030, ma solo se verranno messe in campo politiche forti in questa direzione. Si spera anche in un taglio delle emissioni del 50 per cento per il settore dei trasporti merci via nave, dopo che la più grande operatore mondiale del settore, Maersk, ha promesso di raggiungere le zero emissioni entro il 2050.
Il settore, invece, che appare più complesso è quello del consumo del cibo. “Il cibo e l’agricoltura sono gli outsider nella lotta contro il cambiamento climatico. Potrebbe essere il settore che più difficilmente dimezzerà le emissioni”, ha spiegato Brent Loken della EAT Foundation e autore dei capitoli sul consumo del cibo.
Richiederà un importante cambiamento di costumi, che faccia passare da un alto utilizzo di carni rosse e cibi ultra-processati a una dieta più salutare di frutta, legumi e verdure. Inoltre sarà necessario sostenere pratiche agricole più sostenibili. Tra gli ostacoli: la pianificazione dello sfruttamento di terre povere, politiche di sussidio contraddittorie, l’eccessiva focalizzazione sui profitti a breve, gli investimenti insufficienti, la mancanza di cultura e interessi di parte.
Invece, la riforestazione e una migliore gestione del suolo potrebbero rappresentare una grande opportunità, che nella stima degli autori potrebbe riuscire a tagliare le emissioni di 9 miliardi di CO2 all’anno entro il 2030.
E anche nel settore delle costruzioni, l’obiettivo del taglio del 50 per cento è raggiungibile con profondi cambiamenti, attraverso una maggiore efficienza nella pianificazione e nelle ristrutturazioni.