Roma, 20 set – Per attenuare l’impatto negativo del calo demografico è necessario allungare la vita lavorativa. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui “un più elevato tasso di partecipazione al mercato del lavoro, un allungamento della vita lavorativa, misure di contrasto alla disoccupazione e una più robusta dinamica della produttività sono fattori fondamentali per mitigare gli effetti negativi delle tendenze demografiche”.

“Le tendenze demografiche che caratterizzano l’Italia – ha spiegato Visco alla ‘Lezione Giorgio Fuà 2019’ all’università di Ancona – si riscontrano anche in altri paesi avanzati, non solo europei. Da noi sono però più marcate e le politiche per contrastarle meno sviluppate”.

La partecipazione femminile “è aumentata, dal 47% del 1998 al 56% del 2018, ma il valore rimane il più basso tra quelli dei paesi della Ue. Il tasso di attività delle donne è inferiore di 19 punti percentuali a quello degli uomini, uno dei divari più elevati in Europa”.

L’immigrazione “può dare un contributo alla capacità produttiva del paese”. Gli studi non rilevano effetti negativi dell’immigrazione sui lavoratori del paese ospitante nè in termini di tassi di occupazione nè di livelli retributivi, può anzi avere un impatto positivo sui tassi di partecipazione e sul numero di ore lavorate dalle donne italiane”.

“Non entro nel merito delle singole misure – ha aggiunto il governatore – ma, da cittadino, ritengo che dobbiamo tutti alzare lo sguardo oltre l’orizzonte della congiuntura. L’innovazione tecnologica e l’investimento in conoscenza sono gli strumenti migliori che abbiamo per far sì che al necessario aumento della partecipazione al mercato del lavoro corrispondano maggiori opportunità d’impiego, per garantire uno sviluppo realmente sostenibile, da un punto di vista sociale e ambientale, oltre che finanziario”.