Milano, 24 set – In Italia la filiera cinematografica (produttori, distributori, industrie tecniche, esercenti, produttori di apparecchi cinematografici) genera un giro d’affari di circa 4 miliardi di euro e vede attive oltre 2.000 aziende, in prevalenza di piccole dimensioni (il 97% delle imprese è sotto i 10 mln di fatturato). E’ quanto sottolinea il primo studio di UniCredit sul settore, presentato oggi a Roma nel corso del Forum economie organizzato dalla banca e Anica e dedicato al tema “Il Cinema è Cultura, Industria, Ricerca”.
Sebbene a livello mondiale il business cinematografico sia dominato da player di dimensione globale, le imprese italiane hanno dimostrato di saper garantire una dinamica positiva del fatturato (crescita dei ricavi compresa tra il 3% e il 6% medio annuo tra il 2013 e il 2017) e un’elevata redditività lungo la filiera (i produttori e i distributori cinematografici presentano un ebit da margine rispettivamente dell’11% e del 43% nel 2017). Il settore delle sale cinematografiche (che vale circa 600 mln e impiega oltre 300 imprese) si conferma l’anello debole della filiera, subendo fortemente la concorrenza della tv e di internet.
Resta alta la vivacità del mercato delle M&A in Europa: negli ultimi 4 anni, 151 operazioni hanno coinvolto aziende del settore entertainment e hanno visto l’ingresso nel capitale di fondi di investimento. Anche l’Italia è interessata dal processo di consolidamento in atto, risultando piazza molto appetibile per i buyer in ragione della presenza di imprese con buona redditività e portafoglio titoli attrattivo. Il Tax Credit si conferma un volàno per lo sviluppo di collaborazioni e l’attrazione di investimenti esteri.
Il mercato dei capitali rappresenta, infine, un’opzione di funding ancora molto marginale. Solo 4 Ipo sul mercato Aim e Star di Borsa Italia (Leone Film Group, Notorius Pictures, Lucisano Media Group, Mondo TV).