Roma, 25 set – “Nel 2018, in Italia, il numero di pagamenti al dettaglio effettuati con strumenti diversi dal contante è cresciuto del 6.8%, in accelerazione rispetto al tasso di crescita registrato nell’anno precedente”. E’ quanto si legge nella 17esima edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di CRIF. A tale dinamica corrisponde un aumento dei volumi complessivi del +4.7%. Si riduce l’importo medio transato annuo che si attesta a 1418 euro rispetto ai 1501 euro del 2017 (-5.5%).
Carte di Credito. Nel 2018 il numero di carte di credito attive in circolazione in Italia è pari a circa 15 milioni di unità contro i 56.3 milioni di carte di debito. La maggior parte delle carte in circolazione è di tipo familiare o personale e solo l’8.2% aziendale. Considerando il numero di transazioni effettuate con carte di credito si nota un percorso di crescita che arriva a superare un milione di unità nel 2018, anno in cui si è registrato il record degli importi transati i quali hanno superato gli 80 miliardi di euro. Il valore medio delle transazioni effettuate con tale tipologia di carta è leggermente diminuito a conferma di un utilizzo più diffuso anche per acquisti di medio-basso valore”.
Carte di Debito. Dall’Osservatorio emerge, nel periodo 2017/2018, un aumento del 5% degli importi complessivi delle transazioni attraverso carte di debito. In termini di numero medio di transazioni annue su POS con carta di debito, nel 2018 vi è stato un aumento di due unità rispetto al 2017 (38 contro 36).
Carte Prepagate. Il settore delle carte prepagate presenta “segnali di maturità”; nel corso del 2018 è stata registrata una lieve riduzione del numero di carte accompagnata però da una crescita significativa del numero di operazioni. Con un aumento del 26.5% delle transazioni effettuate, la carta prepagata si conferma uno strumento di ampia diffusione e utilità per il consumatore. Il valore medio per operazione si è ridotto.
Le Carte Opzioni Rateali. A fine 2018 le carte con funzione rateale in circolazione ammontano a 9.2 milioni, pari a circa un terzo del totale delle carte di credito di sistema. L’aggregato fa riferimento per circa l’80% a carte opzione, che lasciano al titolare la scelta tra la modalità di rimborso a saldo e quella rateale, e per il restante 20% alle carte rateali “pure”, tra le quali quelle finalizzate alla rateizzazione del premio assicurativo. Nel 2018 e nel primo semestre del 2019 è proseguita la crescita dei volumi delle carte opzione/rateali, sebbene a ritmi più contenuti rispetto agli anni precedenti. Il numero di operazioni effettuate ha registrato un’evoluzione più dinamica dei flussi transati, confermando il trend di utilizzi più frequenti per l’acquisto di beni/servizi di valore più contenuto. Si conferma l’utilizzo prevalente delle carte opzione nella modalità saldo, dovuto anche alla crescente offerta di carte bancarie di origine charge emesse dagli istituti bancari.
L’analisi della rischiosità del comparto delle carte di credito mostra, a maggio 2019, un tasso di sofferenza pari all’1.4%, in diminuzione a quanto registrato nel 2018. La contrazione del tasso di sofferenza è diffusa in tutte le macroaree del Paese con miglioramenti più accentuati per il Sud e le Isole che passano dal 2.8% al 2.5% grazie al contenimento del rischio in tutte le regioni meridionali.
Ponendo attenzione al confronto con il contesto internazionale emerge come l’Italia si ponga ben al di sotto della media UE per utilizzo delle carte di credito. La conferma viene in particolare dal rapporto tra il valore delle transazioni effettuate con carte di pagamento e il PIL: l’Italia si classifica nelle ultime posizioni (24° posto) su 28 paesi europei. I Paesi più propensi all’utilizzo delle carte di pagamento sono Gran Bretagna, Portogallo e Francia con un rapporto del valore delle transazioni con carta rispetto al Pil più elevato della media europea. In Italia il contante in circolazione rappresenta circa l’11,6% del PIL, percentuale superiore a quella dei principali paesi europei quali la Germania (9,4%) e la Francia (10.1%). Il peso sul PIL scende ancora per i paesi del Nord Europa: nei Paesi Bassi tale percentuale arriva all’8,7%.
La nuova survey condotta tra i principali operatori bancari e finanziari, volta a monitorare il profondo cambiamento in atto nel mondo dei pagamenti, conferma gli investimenti in nuove tecnologie per rendere i pagamenti sempre più fluidi e digital. Molti operatori hanno dichiarato di essere impegnati nella proposta di soluzioni di mobile payments, instant payments e/o mobile wallets, ad oggi tuttavia ancora poco utilizzati. Attualmente, infatti, lo strumento maggiormente apprezzato dai clienti risulta essere la carta contactless.
Le strategie di offerta risultano focalizzate sul mantenimento della relazione privilegiata con il cliente, al fine di evitare il rischio di disintermediazione. L’attuazione della PSD2 prospetta, infatti, un allargamento dell’arena competitiva, con gli “Over the top” percepiti come potenziali concorrenti, non solo per la gestione diretta delle transazioni, ma anche per l’ampia mole di dati e informazioni sui clienti che hanno a disposizione. Dalla survey emerge anche l’impegno degli operatori del mercato nel processo di ingaggio dei consumatori verso l’utilizzo degli strumenti di pagamento innovativi. In un Paese in cui l’abitudine al contante è ancora radicata, al fine di abbattere le barriere verso i nuovi pagamenti digitali, gli operatori stanno promuovendo attività di education e di comunicazione, che fanno leva sulla loro semplicità, intuitività e sicurezza. Considerando l’ampia diffusione degli smartphone in Italia, le nuove tecnologie potrebbero svolgere un ruolo di traino nel lento ma graduale percorso verso la cashless society.
L’analisi della domanda di carte di credito realizzata all’interno dell’Osservatorio Assofin-Nomisma CRIF-Ipsos restituisce per il 2019 un quadro dinamico e in evoluzione. Pur a fronte di una stabilità nella diffusione delle carte di credito e di debito presso i decisori finanziari in età 18-74 anni, prosegue il trend di diffusione presso i giovanissimi capifamiglia (18-24 anni) avviato negli ultimi anni. Si registrano, inoltre, interessanti cambiamenti che evidenziano una maggiore familiarità e ingresso della carta nelle abitudini di spesa del mercato.
Il bacino potenziale, costituito dalla totalità dei decisori attualmente non titolari di carta di credito, risulta sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno. Relativamente ai motivi di mancata sottoscrizione della carta di credito presso i non titolari, l’Osservatorio evidenzia come l’aspetto economico risulti ancora assolutamente centrale, ma è elevato l’interesse verso la possibilità di rateizzare le spese effettuate con la carta, a conferma del bisogno di flessibilità da parte del mercato. I “distanti” dalle plastic cards e user quasi esclusivamente del contante per i pagamenti, anche se in trend di lieve riduzione rispetto agli anni precedenti, sono ancora consistenti in Italia, rimarcando la difficoltà del Paese ad avviarsi verso una cashless society. Un piccolo passo in questa direzione comunque emerge dall’analisi dell’uso della carta di credito per i pagamenti, che registra un crescente utilizzo della carta anche per spese non elevate e legate alle necessità contingenti della quotidianità. Questo trend evolutivo può essere anche collegato alla diffusione delle carte contactless, che rendono molto più familiare e veloce l’utilizzo della carta per i pagamenti, grazie alle nuove tecnologie.
In tema di innovazioni tecnologiche, nel comparto finanziario la fenomenologia digital che mostra i tassi di crescita più interessanti sono le App. Accanto al mobile payment si colloca, infatti, il fenomeno instant payment, che registra un buon livello di notorietà presso i decisori. Il bacino potenziale complessivo dei pagamenti mobile evidenzia dimensioni veramente interessanti.