Roma, 25 set – I risultati dell’indagine Eurobarometro post-elettorale, uno dei più completi sondaggi quantitativi sulle ultime elezioni europee pubblicamente disponibili, mostrano che l’aumento dell’affluenza alle urne è stato determinato principalmente dalle giovani generazioni in tutta l’Ue. In particolare i giovani cittadini sotto i 25 anni (+14 punti percentuali sul 2014) e i 25-39enni (+12 punti percentuali sul 2014) sono andati al voto in numero maggiore rispetto al passato.
L’affluenza alle elezioni europee è stata del 50,6%, la più alta dal 1994, si ricorda nel comunicato del Parlamento europeo. 19 Stati membri hanno registrato un aumento dell’affluenza alle urne rispetto il 2014, in particolare Polonia, Romania, Spagna, Austria, Ungheria e Germania, nonché la Slovacchia e la Cechia, dove l’affluenza alle urne è tradizionalmente molto bassa. Nel frattempo, l’affluenza è diminuita in otto paesi, anche se per meno di tre punti percentuali. Il voto è obbligatorio in cinque paesi: Belgio, Bulgaria, Lussemburgo, Cipro e Grecia.
Anche la Brexit ha svolto un ruolo per il 22% degli intervistati che l’ha citata come fattore che ha influenzato la loro decisione di votare, almeno ‘in una certa misura’.
I risultati mostrano che i cittadini sono stati motivati ad andare a votare alle elezioni europee del 2019 anche da un maggiore senso del dovere civico, da un crescente sentimento che il voto può veramente cambiare le cose, così come da un maggiore sostegno all’UE. A livello europeo, l’economia e la crescita (44%) e i cambiamenti climatici (37%) sono i principali motori del voto. Ragioni importanti dietro la decisione di andare a votare sono stati anche i diritti umani e la democrazia (37%), il modo in cui l’Ue dovrebbe funzionare in futuro (36%) e l’immigrazione (34%). Mentre l’economia è stata la questione più importante per gli elettori in 16 Stati membri, il cambiamento climatico è stato in testa all’elenco in otto paesi.
Più di due terzi degli intervistati (68%) in tutta l’UE-28 ritiene che il loro paese abbia beneficiato dell’adesione all’UE, il livello più alto registrato dal 1983. Più della metà degli europei (56%) concorda inoltre sul fatto che la loro voce conta nell’UE, con un aumento di sette punti dal febbraio-marzo 2019 e il risultato più positivo per questo indicatore dal 2002.