Roma, 26 set – Non sempre al Sud va peggio che al Nord, nel caso degli asili nido, infatti, la situazione si capovolge. Lo rivela l’indagine di Cittadinanzattiva sulla sicurezza dei plessi scolastici che ha preso in esame un campione di 1.320 asili nido, corrispondente al 12% dell’intero universo dei nidi al livello nazionale, 11.017 tra pubblici e privati. Dei bimbi che li frequentano, l’1% presenta disabilità e il 17% non ha la cittadinanza italiana. La presenza di stranieri è più elevata in Liguria (36%), Piemonte (30%), Lombardia (22%).
Il 33% degli asili nido è stato costruito dopo il 1971. Poco più del 40% possiede l’agibilità e il collaudo statico; meno della metà del campione è dotato dell’agibilità igienico sanitaria (47%), e del certificato di prevenzione incendi (41%). Il 78% dei nidi campani ha l’agilità statica, ad esempio, rispetto al solo 18% di quelli lombardi. Così pure sulla prevenzione incendi: meglio la Campania (49%), la Sicilia (38%) e la Puglia (33%), rispetto al Piemonte (31%) e alla Lombardia (ferma appena al 15%).
Molto esiguo il numero degli edifici del campione che sono stati migliorati sismicamente (4%) e ancora di meno quelli adeguati sismicamente (2%), inferiori anche alle percentuali degli edifici scolastici, rispettivamente al 9% e al 5%. Stessa situazione per le verifiche di vulnerabilità sismica che sono state effettuate nel 15% dei nidi esaminati, contro il 29% degli edifici scolastici.
Dati positivi sulla manutenzione: il 64% dei nidi è stato oggetto di interventi di manutenzione ordinaria (rispetto al 27% delle altre tipologie di scuole) e il 29% di quella straordinaria (solo il 19% per gli altri edifici scolastici). Anche su questo al Sud dati incoraggianti: ad esempio l’84% dei nidi della Campania è stato interessato da interventi di manutenzione ordinaria, rispetto al 57% del Piemonte.
Solo il 10% dei nidi presi in esame ha effettuato invece le indagine diagnostiche su soffitti e solai, rispetto al 26% delle scuole dalle materne alle superiori. Il Rapporto però sottolinea che sono stati rarissimi gli episodi di crollo registrati negli ultimi 7 anni che hanno riguardato asili nidi.
Dati incoraggianti, rileva il Rapporto, anche per quanto riguarda la sicurezza interna degli asili nido: l’83% è in possesso del Documento di valutazione dei rischi, l’82% ha predisposto il piano di emergenza e il 64% l’apposita segnaletica per la sicurezza. Il 78% effettua le prove di evacuazione. Su questi aspetti, due regioni a confronto: su un campione simile di asili nido, più virtuosa l’Umbria, con il 79% di nidi dotato del piano di emergenza e del documento valutazione rischi rispetto al 69% del Trentino Alto Adige.
Circa l’80% dei nidi dispone di un Medico competente, del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, degli addetti al primo soccorso, alla prevenzione incendi e all’evacuazione.
Più indietro il Sud per quanto riguarda la mensa e le diete speciali: l’83% degli asili dispone di una mensa interna (con punte negative in Campania, solo il 25%, e in Basilicata, il 40%). Il 90% assicura le diete speciali, soprattutto nelle Regioni del Centro Nord, mentre in Calabria la percentuale scende al 25%.
Cortili, aree verdi, arredi e giochi a norma: non ci siamo ancora! Due asili su tre dispongono di cortili o aree verdi, mentre solo il 57% ha giochi e arredi a norma. Dato grave di per sé in termini di tossicità dei materiali, inquinamento indoor, ecc. ma ancor di più in relazione alla particolarità dell’utenza. Sempre due su tre dispongono di una recinzione esterna. Assai basso il dato sulla presenza di sistemi di video sorveglianza interna ed esterna che si attesta rispettivamente, al livello nazionale, al 2% e 4%.