Roma, 2 ott – Come ampiamente anticipato il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio ha stabilito che gli Stati Uniti potranno procedere a imporre dazi di rappresaglia su beni europei per 7,496 miliardi di dollari complessivi, in seguito ai sussidi ricevuti da Airbus. La decisione, giunta dall’organismo arbitrale dell’organizzazione che ha sede a Ginevra, segna però solo un capitolo della decennale disputa che vede l’Ue e gli Usa in contesa sui rispettivi sussidi ai giganti aeronautici.
Nei mesi a venire è attesa una pronuncia analoga, stavolta contro gli Usa in merito ai sussidi a Boeing. E se invece l’amministrazione americana insisterà sui dazi, l’Ue è pronta a rispondere con contromisure simili, aveva avvertito la portavoce capo della Commissione europea, Mina Andreeva, ancor prima che venisse pubblicata la decisione del Wto.
“Noi reagiremo al momento opportuno. La posizione dell’Ue su questo è chiara, e concordata con gli Stati membri: dovremmo evitare di imporci dei dazi reciprocamente. Sarebbe dannoso per le nostre economie, per il commercio mondiale e per l’industria aeronautica in generale”, ha detto Andreeva.
In parallelo alla vicenda vi sono specifici interrogativi sulle ricadute della decisione sui singoli Paesi Ue, tra cui l’Italia, dato che resta da vedere su quali tipi di beni gli Usa imporrebbero questi dazi, che potrebbero colpire tipologie di prodotti ben diverse dal settore aeronautico, come l’export di alimentari.
D’altra parte, ha ricordato Andreeva, “l’organismo per le controversie (‘Dispute Settlement Body’, ndr) del Wto ha giudicato che entrambi, Ue e Usa, hanno violato le regole, continuando a fornire sussidi illegali ai propri costruttori aeronautici”.
“Per questo, abbiamo continuato a dire agli Usa che siamo pronti a lavorare con loro per una soluzione che sia giusta ed equilibrata per le nostre rispettive industrie aeronautiche. Noi siamo sempre pronti e disponibili a trovare un accordo giusto, aspettiamo. Ma se gli Usa decideranno di imporci delle contromisure, l’Ue farà lo stesso”, ha concluso Andreeva.