Roma, 4 ott – La digitalizzazione dei servizi bancari e la diffusione degli algoritmi può avere effetti negativi sull’accesso al credito delle fasce sociali più vulnerabili. Lo ha sottolineato la vicedirettrice generale della Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli, secondo cui “da un lato la digitalizzazione è in grado di estendere l’accesso agli strumenti finanziari a soggetti che ne sono stati finora esclusi. Questo è possibile grazie ai minori costi operativi e alla facilità di utilizzo permessa dalle App”.
“D’altro canto – ha spiegato la vice dg alla 51esima Giornata del credito – la migliore capacità di previsione dei default, connessa anch’essa con la digitalizzazione, può avere effetti ambigui sull’accesso al credito delle fasce più vulnerabili della popolazione. I minori costi di monitoraggio possono migliorare le condizioni praticate, ma al tempo stesso l’utilizzo di alcuni dati molto granulari, ad esempio sull’etnia e le abitudini di consumo, può peggiorarle”.
“Un recente studio realizzato con dati americani – ha spiegato Perrazzelli – mostra che l’introduzione di algoritmi di apprendimento automatico si è tradotta in un aumento dei tassi di interesse praticati sui mutui alla clientela afroamericana e di origine latinoamericana, rispetto al resto della clientela. È importante raccogliere ulteriori evidenze in modo da poter disegnare un quadro di regole sull’utilizzo dell’informazione che assicuri che la rivoluzione digitale aumenti e non riduca l’inclusione finanziaria”.