Roma, 9 ott – Investire anche in veicoli ad alimentazione tradizionale di ultima generazione ha un migliore impatto in termini di riduzione delle emissioni e di rinnovo del parco autobus rispetto alla scelta di puntare esclusivamente sull’introduzione di tecnologie alternative. È questo il dato saliente emerso dallo studio “L’impatto delle alimentazioni alternative sulle emissioni inquinanti nel rinnovo del parco autobus del TPL”, presentato da ANAV l’8 ottobre a Misano Adriatico, nell’ambito di IBE Driving Experience. L’analisi – commissionata da ANAV alla società PTV-Sistema in collaborazione con l’Università Sapienza – ha approfondito il tema dell’utilizzo delle risorse per il rinnovo del parco autobus, in particolare sotto l’aspetto della relazione tra la scelta delle tecnologie di alimentazione su cui investire e i risultati in termini di riduzione delle emissioni complessive del parco stesso.

I cambiamenti climatici e il riscaldamento globale hanno generato la necessità dell’adozione di politiche ambientali più incisive, in particolar modo rispetto alla riduzione delle emissioni nocive alla salute dell’uomo nonché dei gas serra. In questo contesto, un supporto fondamentale può arrivare dal rinnovo del parco autobus del trasporto pubblico locale e, soprattutto, dallo shift modale dal trasporto privato ai sistemi di mobilità collettiva, che – lo ricordiamo – incidono solo per il 2% sul totale delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto su strada a fronte di una percentuale di passeggeri trasportati di oltre il 10% rispetto al totale delle persone che si muovono.

Prendendo in considerazione la dotazione finanziaria individuata dal Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile (3,7 miliardi di euro), lo studio ha individuato la più efficace modalità di impiego in termini di riduzione delle emissioni del parco autobus impiegato nei servizi di TPL. Dall’analisi degli scenari individuati a seconda della tecnologia di alimentazione – diesel, metano, elettrico – è quindi emerso che una transizione tecnologica graduale è la scelta migliore poiché da un lato consente di rinnovare in modo più veloce ed esteso la flotta, permettendo così di togliere dalla strada un maggior numero di vecchi veicoli inquinanti, ottimizzando quindi la riduzione delle emissioni nocive per l’uomo, e dall’altro incide positivamente sullo shift modale, il vero driver di sostenibilità e di riduzione sia delle emissioni inquinanti che della CO2 nel campo dei trasporti. La completa transizione all’elettrico comporterebbe, a causa dei costi ancora decisamente elevati, tempi molto più lunghi per ottenere un rinnovo del parco autobus veramente incisivo.

“Una strategia equilibrata di sostituzione degli attuali mezzi con autobus a trazione tradizionale e poi progressivamente con veicoli ad alimentazione innovativa, consente di ‘togliere dalla strada’ un numero maggiore di mezzi altamente inquinanti e quindi di ottimizzare le performance ambientali del parco autobus impegnato nel TPL e al contempo di massimizzare lo stimolo allo shift modale, soprattutto in una fase in cui la produzione di energia elettrica è ancora generata solo per una quota minoritaria da fonti rinnovabili – ha dichiarato nel suo intervento il Presidente ANAV Giuseppe Vinella -. Rapidità e ampiezza del rinnovo dei mezzi costituiscono fattori vincenti di questo progetto perché influenzano i tempi di dismissione di mezzi molto inquinanti, in quanto i bus pre Euro V sono ancora largamente utilizzati, e innescano con maggiore impatto lo shift modale dalla mobilità privata alla mobilità collettiva e sostenibile, che come abbiamo visto è il vero tema. Un TPL di qualità è parte importante e indispensabile nel contrasto al Global Warming”.