Roma, 10 ott. – Un pacchetto di proposte “per un fisco più semplice” da sottoporre all’attenzione della politica, impegnata in queste settimane con la definizione della legge di bilancio. Lo hanno messo a punto in un documento congiunto Confindustria e il Consiglio nazionale dei commercialisti, “con l’obiettivo di contribuire a creare un contesto più certo e lineare nel quale operare”.
Il documento “Imprese e commercialisti per un fisco più semplice”, presentato a Roma nel corso di un evento a palazzo San Macuto, “contiene oltre 50 articolati normativi che declinano in maniera puntuale le azioni più urgenti da compiere sulla strada della razionalizzazione del sistema fiscale”.
Gli interventi delineati da imprese e professionisti “si articolano lungo tre direttrici: la semplificazione normativa, la razionalizzazione degli adempimenti e la garanzia di un rapporto equilibrato tra fisco e contribuenti”. Le proposte “spaziano dall’ambito Iva e imposte indirette a quello Ires e reddito d’impresa; da quello relativo a Irpef e sostituti d’imposta a quello dei tributi locali, fino a toccare gli ambiti dell’accertamento, del contenzioso e della riscossione”.
Per i commercialisti e Confindustria “è prioritario intervenire nell’ambito Iva, per ridurre e semplificare la mole di adempimenti e oneri connessi”. A quasi un anno dall’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica “è fondamentale che gli sforzi profusi si traducano in risultati concreti in termini di semplificazione e risparmio di costi, a partire dal rendere annuale la trasmissione del cosiddetto esterometro”.
Il documento affronta poi “alcune significative complicazioni operative, come la gestione di doppi binari, che sottrae tempo e risorse agli operatori e che andrebbe regolamentata con maggiore coerenza”. L’equilibrio del rapporto fisco-contribuente, sottolineano commercialisti e Confindustria, “è spesso compromesso da interpretazioni di prassi in contrasto con principi di logica giuridica”.
Tra le contromisure da adottare per facilitare questo rapporto, il documento “vaglia anche i temi della acquiescenza parziale, dell’obbligo generalizzato di contraddittorio preventivo e di comunicazione della chiusura di una verifica anche in caso di suo esito negativo, nonché quello di una razionalizzazione della disciplina degli avvisi bonari”. Inoltre “una tax governance sempre più orientata alla prevenzione dei rischi di natura fiscale dovrebbe essere corredata da un ripensamento della reazione sanzionatoria che appare, in specifici casi, sproporzionata rispetto alla condotta perseguita”.