Roma, 10 ott – Dagli ultimi dati Istat, nel 2018, in Italia, i Neet (Not in Education, Employment or training: ragazzi che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso di formazione, ndr) nella fascia d’età 15-29 anni sono pari a 2.116.000, rappresentando il 23,4% del totale dei giovani della stessa età presenti sul territorio. L’Italia continua a posizionarsi al primo posto nella graduatoria europea, seguita da Grecia (19,5%), Bulgaria (18,1%), Romania (17%) e Croazia (15,6%). Invece i paesi con il tasso di NEET più contenuto sono: Paesi Bassi (5,7%), Svezia (7%), Malta (7,4%). La media europea è del 12,9%: questi i principali dati contenuti nella ricerca “Il silenzio dei NEET. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio”, lanciato oggi nell’ambito del progetto NEET Equity, selezionato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nell’ambito dell’Avviso “Prevenzione e contrasto al disagio giovanile”.
“Essere NEET, ovvero non studiare, non lavorare, né seguire percorsi di formazione è una condizione di disagio ed esclusione sociale, che priva i ragazzi e le ragazze di una possibilità di futuro, lasciandoli indietro. Utilizzando le parole di un testimone intervistato in questa ricerca, ‘il NEET è un indicatore di una qualità della vita insufficiente’. Con questo progetto vogliamo migliorare la capacità di un territorio di fare sistema nel costruire politiche attive partecipate a favore dell’inclusione dei giovani NEET e valorizzare e dare forza alle potenzialità, spesso inespresse, che hanno tanti giovani in questa situazione”, ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
Profilo dei NEET in Italia – Il 47% ha un’età compresa tra i 25-29 anni, il 38% tra i 20-24 anni e il restante 15% tra i 15-19 anni; la maggior parte ha conseguito il diploma di scuola secondaria superiore (49%), il 40% ha livelli di istruzione più bassi, l’11% sono laureati. Il 14,5% dei giovani NEET è straniero. Nel Nord Italia sono il 15,5% dei giovani, nel Centro il 19,5% e nel Sud si arriva al 34%. Il 41% è in cerca di prima di occupazione, il 19,5% è indisponibile (per i ¾ donne impegnate in attività accuditive/maternità, molte sono straniere); 25% in cerca di opportunità (in maggioranza maschi; alta la quota di under 20), 14,5% disimpegnati.
Distribuzione dei NEET in Italia – Soprattutto in Sicilia (con un’incidenza del 38,6% sulla popolazione), Calabria (36,2%), Campania (35,9%), Puglia (30,5%) e Sardegna (27,5%).
Lo studio – che si è avvalso di raccolta dati, focus group e interviste a 26 persone, tra insegnanti, referenti di enti, giovani NEET – ha mirato a conoscere meglio l’entità del fenomeno dei NEET sia nel contesto nazionale (con un confronto alla situazione europea) sia in quello di Napoli, Taranto e Carbonia, le tre città principali destinatarie del progetto: Napoli: si colloca al 10° posto su 107 province italiane con il più altro indice di NEET, con un’incidenza del 37,6% sulla popolazione cittadina giovanile; Taranto: si colloca al 19° posto su 107 con il 33,4% di NEET. Carbonia/Sud Sardegna: si colloca al 12° posto su 107 con il 36,6% di NEET.