Roma, 18 ott – Con un ulteriore rallentamento ad un tasso di crescita annuo del 6 per cento nel terzo trimestre, la crescita economica della Cina si è portata ai minimi da 30 anni a questa parte. I dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica del Dragone, risentono dei contraccolpi del braccio di ferro commerciale con gli Usa così come dell’indebolimento del manifatturiero globale.
Fattori che potrebbero segnare sviluppi migliorativi dopo il parziale accordo raggiunto da Usa e Cina. Ma sul dato cinese potrebbero aver pesato anche questioni interne, come le pressioni che si sono create sui crediti deteriorati di alcune banche e l’esplosione dell’influenza suina che sta danneggiando gli allevamenti del primo produttore mondiale di carni di maiale.
L’ente statistico parla di sostanziale “stabilità” della crescita da tre trimestri e il dato è in linea con le previsioni ufficiali del governo. Al tempo stesso però, secondo Dow Jones è il valore più basso delle serie storiche dell’attuale sistema di misurazione del Pil, iniziato nel 1992 e, anche alzando lo sguardo, una crescita più contenuta si è registrata solo nel 1990, quando la Cina risentiva delle tensioni interne seguite alle proteste di Piazza Tienanmen.
Sviluppi che hanno pesato sulla Borsa di Shanghai, che a tarda seduta segnava meno 1,25 per cento. Finale di contrattazioni in lieve rialzo alla borsa di Tokyo, con un più 0,18 per cento dell’indice Nikkei 225.