Washington, 21 ott – Il netto rallentamento dell’economia globale, se confermato, rischia di invertire la tendenza di anni di successi nella lotta alla povertà mondiale. A lanciare l’allarme è il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, nel suo discorso consegnato al Development Committee della Banca Mondiale, sottolinea che, se questa è la situazione, un atteggiamento “business as usual” non basterà.
“Dopo molti anni di successo nella lotta contro la povertà estrema – sottolinea Visco – un rallentamento globale sostanziale e persistente può invertire questa tendenza; stiamo già assistendo all’aumento della povertà in alcuni dei paesi più poveri. In effetti, la povertà rischia di diventare più radicata e più difficile da sradicare”.
Una situazione che prende spunto da un “ciclo economico globale che rimane molto debole. Le tensioni geopolitiche, unite al forte calo del commercio internazionale registrato negli ultimi trimestri, pesano – rimarca il numero uno di Bankitalia . sulla fiducia delle imprese e sugli investimenti. L’occupazione e la crescita dei salari continuano a sostenere i redditi, principalmente grazie alla resilienza dei servizi, ma la produzione è particolarmente lenta. Se quest’ultimo fattore si dimostrerà persistente, si ripercuoterà inevitabilmente su tutti gli altri settori dell’economia”.
“Il rischio principale per le prospettive globali – secondo Visco – deriva ancora una volta dalle tensioni commerciali. Oltre agli effetti già visibili dell’escalation delle tariffe, le restrizioni quantitative possono anche avere un impatto globale significativo, in particolare se accompagnate dalla dislocazione delle catene del valore. L’introduzione di restrizioni all’esportazione in alcuni paesi può portare alla diversione degli scambi o alla sostituzione delle importazioni, con perdite di efficienza”.
Il punto dolente della lotta alla povertà resta l’Africa. “La lotta contro la povertà estrema – sono sempre le parole del governatore della Banca d’Italia – deve essere combattuta nell’Africa sub-sahariana e in ambienti fragili e colpiti da conflitti . A causa dei tassi di crescita più lenti dell’Africa sub-sahariana, dei problemi causati da conflitti e delle istituzioni deboli e della mancanza di successo nel convogliare la crescita verso la riduzione della povertà, in tali aree è necessario un cambiamento di trasformazione”.
La sfida per eradicare la povertà resta enorme. Visco osserva che “per raggiungere l’obiettivo del World Bank Group (WBG) di portare la povertà estrema al di sotto del 3 percento entro il 2030, i paesi più poveri del mondo dovranno probabilmente crescere ad un ritmo che supera di gran lunga l’esperienza storica. Inoltre, questa crescita deve essere altamente inclusiva, raggiungendo tutti i paesi”.