Roma, 23 ott – Il governo cinese sta mettendo a punto un piano per sostituire la leader di Hong Kong, Carrie Lam, con un “chief executive” ad interim dopo mesi di proteste violente contro la sua amministrazione. Lo scrive il Financial Times, citando persone al corrente delle decisioni prese. Le fonti del quotidiano britannico dicono che se il presidente cinese Xi Jinping darà il suo assenso, il successore di Lam si insedierà entro marzo prossimo e resterà alla guida della città semi-autonoma fino alle scadenza del mandato nel 2022, ma non necessariamente per tutto il mandato successivo di cinque anni.
Quando Tung Chee-hwa, il primo chief exeutive cinese dell’ex colonia britannica si dimise ne 2005, Donald Tsang, allora il burocrate di più alto grado di Hong Kong, coprì il resto del mandato e fu rinominato per altri cinque anni nel 2007. I candidati più accreditati per occupare la poltrona di Lam sono Norman Chan, ex capo della Hong Kong Monetary Authority, e Henry Tang, figlio di un magnate tessile che è stato anche segretario alle finanze e capo dell’amministrazione pubblica di Hong Kong, scrive Ft.
Il movimento di protesta entrato nel suo quinto mese è considerato la sfida più pericolosa degli ultimi trent’anni all’autorità del Partito comunista cinese. I manifestanti hanno detto che non si fermeranno finché l’amministratore e i legislatori di Hong Kong non verranno eletti democraticamente. Pechino vorrebbe che la situazione si stabilizzasse prima di prendere la decisione finale sull’avvicendamento, per evitare di dare l’impressione di cedere alla violenza, hanno detto le fonti.
A luglio sempre il Financial Times aveva scritto che Lam voleva dimettersi, ma il governo cinese l’aveva obbligata a restare in carica. I governi cinese e di Hong Kong hanno poi smentito che la chief executive volesse dare le dimissioni.