Roma, 23 ott – Un super reattore in grado di spingersi fino a Mach 5, ovvero cinque volte la velocità del suono. E che promette in futuro di essere il cuore del primo stadio dei vettori spaziali, potendo ridurre il consumo di propellenti (e quindi meno peso relativo) nella fase iniziale. E’ quanto sta sperimentando la britannica Reaction Engines, con un programma sostenuta dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, battezzato “Sabre” che, secondo quanto recita un comunicato intende spianare la strada a “una rivoluzione” su spazio e voli ipersonici.

Sabre è giunto a una tappa cruciale con il successo della test a Mach 5 (più del doppio della velocità di crociera di un Concorde) dopo quello a Mach 3. Si basa su un meccanismo di refrigerazione interno (precooler heat exchanger) che riesce ad abbassare la temperatura del flusso di aria che entra nel reattore a velocità ipersonica (da oltre 1.000 gradi in meno in un 20esimo di secondo).

Il propulsore è stato concepito per sfruttare l’aria dell’atmosfera nella prima fase di lancio dei vettori, fino a 25.000 metri di altitudine. A quel punto passa alla modalità propulsione a razzo, senza l’utilizzo di aria, per procedere al completamento della messa in orbita.

In futuro potrebbe essere il motore del primo stadio di un lanciatore riutilizzabile, simile a un aereo ipersonico (l’Esa ha fatti circolare anche le immagini di disegni di prototipi). “Questo non solo è un eccellente risultato a sè stante, ma è anche un passo importante per dimostrare la fattibilità dell’intero sistema Sabre”, ha commentato Mark Ford, direttore della divisione Propulsion Engineering dell’Esa.

Sfruttare l’aria atmosferica consente a Sabre di non dover caricare il peso dell’ossigeno utilizzato dal sistema di spinta nella fase iniziale. Secondo l’Esa questo potrebbe perfino dimezzare la massa complessiva di un lanciatore.