Roma, 22 ott – Entro il 2025 circa il 70% del parco circolante di auto sulle strade europee sarà connesso, cioè costituito da vetture dotate di strumenti telematici che, grazie alle connessioni Internet e ai dispositivi mobili, sono in grado di connettere l’auto con il mondo esterno (con le infrastrutture stradali, con altri veicoli, con altri dispositivi). Si tratta di una quota cinque volte più elevata di quella stimata a fine 2016 (13,9%) e in netta crescita anche rispetto alla quota stimata per il 2019 (41%). Queste previsioni, elaborate dall’osservatorio Autopromotec, mettono in risalto come le auto connesse siano destinate a giocare un ruolo sempre più di spicco nel futuro dell’automotive.
Nei prossimi anni la progressiva penetrazione delle auto connesse sul mercato europeo sarà trainata in particolare dalla crescita della quota delle auto nativamente connesse, cioè da vetture immesse sul mercato già dotate di sistemi di connettività integrati a bordo. La quota di queste vetture, che nel 2016 era del 7,3% sul totale del parco circolante, salirà al 17,4% sul totale del parco a fine 2019 per poi arrivare al 28,9% nel 2022 e infine al 39,8% nel 2025. In dieci anni quindi, dal 2016 al 2025, vi sarà un aumento della quota di vetture nativamente connesse pari a 32,5 punti percentuali.
Un’importante crescita sarà fatta registrare anche dalle auto connesse tramite soluzioni di retrofit, cioè da vetture che sono in grado di connettersi in rete grazie all’installazione di componenti avvenuta successivamente la vendita (aftermarket). Nel 2016 la quota di queste vetture sul totale del parco circolante era stimata intorno al 6,3% e si prevede che continuerà a salire nel breve periodo (con il picco del 31,6% nel 2022) per poi stabilizzarsi sul lungo periodo (intorno al 30% nel 2025).
Le auto connesse rappresentano un’innovazione tecnologica di grande attualità e stanno radicalmente trasformando il settore automotive. La rivoluzione delle auto connesse comporta nuove sfide di adeguamento anche per il settore dell’aftermarket automobilistico e, nello specifico, per le officine che offrono assistenza. Agli autoriparatori del futuro spetterà il compito di specializzarsi sempre più nell’interpretazione delle informazioni che arrivano dall’autovettura (dalle banche dati, dai software di diagnostica, dalle attrezzature connesse con il veicolo) e di preparasi sulle nuove tecnologie per offrire soluzioni innovative, all’avanguardia e sempre efficienti per la riparazione degli autoveicoli.