Roma, 25 ott – L’energia eolica ha un potenziale di sviluppo gigantesco, grazie in particolare alle nuove turbine offshore galleggianti, tanto che secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia in un tempo relativamente breve, da qui a 20 anni, potrebbe addirittura garantire un multiplo del fabbisogno totale di Europa, Stati Uniti e Giappone messi insieme.
La capacità di generazione energetica dell’eolico può infatti aumentare di 15 volte entro il 2040, attirando investimenti per oltre 1.000 miliardi di dollari. E’ la stima contenuta nell’Offshore Wind Outlook 2019, studio che elabora le ultime tecnologie e sviluppi del mercato sulla base di una analisi geospaziale della mappatura dei venti su migliaia di chilometri di coste in tutto il mondo.
Lo studio è un’anticipazione del più ampio World Energy Outlook 2019, che verrà pubblicato il 13 novembre. Secondo l’AIE il potenziale dell’eolico è dovuto a una combinazione di costi in calo, sostegno delle politiche pubbliche ma soprattutto da rilevanti progressi tecnologici, in particolare sull’aumento delle dimensioni delle turbine e lo sviluppo di sistemi galleggianti. Tecnologie che sono solo all’inizio e che con un maggiore sostegno pubblico potrebbero anche segnare accelerazioni.
In questo ambito l’Europa “fa da pioniere”, afferma la AIE, e può diventare il motore del futuro sviluppo del settore. Attualmente la capacità di energia elettrica da eolico offshore dell’Unione europea si attesta a 20 GW. Secondo lo studio nel 2014 potrebbe toccare 130 GW. Ma se l’Unione raggiungesse i suoi obiettivi di neutralità sulle emissioni carbonio, arriverebbe a toccare 180 GW fino a diventare la prima fonte energetica della regione.
Non meno importante è però l’eolico in Cina, dove l’esigenza di ridurre l’inquinamento potrebbe trovare nell’eolico una soluzione ideale in diverse grandi metropoli costiere. Già nel 2025 la Cina disporrà della più grande flotta di turbine eoliche, superando quella della Gran Bretagna che oggi detiene il primato. E dagli attuali 4 GW di capacità produttiva nel 2040 dovrebbe arrivare a 110 GW, con margini per spingersi a quota 170 GW.
In pratica, se nell’ultimo decennio le svolte tecnologiche nell’energia sono arrivate soprattutto da solare e gas di scisto, ora “è l’eolico offshore che ha il potenziale per affiancarli sulla drastica riduzione dei costi”, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE. Ha quindi un potenziale “molto vasto” rispetto al suo ruolo attuale, che appare ancora marginale con appena lo 0,3 per cento dell’elettricità prodotta nel mondo.