Milano, 30 ott – La filiera dei servizi all’immobiliare (dalla progettazione alla vendita) supera il mezzo milione di addetti tra diretti e indiretti nel corso del 2019. Si tratta di una crescita del 15,8% in cinque anni, ai primi posti in Europa. L’Italia si conferma anche la nazione con il peso maggiore delle attività immobiliari all’interno dello scenario economico nazionale, con una quota pari all’11,9% del Pil, a cui si affianca lo sviluppo immobiliare, pari al 2,9%, e il settore delle costruzioni con il 4,2%, per un totale del comparto pari al 19% del Pil, superiore alla media europea del 18,3%. Dopo l’Italia è il Regno Unito con la quota maggiore, pari al 18,8%, seguito da Francia (18,6%), Spagna (18,5%) e, più distaccata, Germania (16,6%). E’ quanto emerge dal quinto “Rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia” di Scenari Immobiliari.
Il fatturato delle attività dei servizi immobiliari nei cinque principali Paesi europei è stimato in circa 380 miliardi, con la Germania che si conferma il mercato più importanti. Italia e Spagna restano i due mercati con dimensioni inferiori, anche se in crescita, mentre il mercato francese rimane in una posizione intermedia, seppure con un fatturato in contrazione. Anche il dato del fatturato medio per occupato vede Italia e Spagna in posizione arretrata, tra 130 e 135mila euro, ma anche in questo caso in leggera ripresa. I mercati più produttivi si confermano quello tedesco, con 270mila euro per addetto, e quello francese, con 252mila euro.
Il settore delle costruzioni rimane rilevante sotto il profilo occupazionale, con oltre due milioni di imprese edili nei cinque Paesi europei considerati e quasi 8 milioni di persone occupate, pari al 5,7 per cento della forza lavoro complessiva. La dimensione media delle imprese nei cinque Paesi analizzati è pari a 3,9 occupati, con dimensioni maggiori delle imprese in Germania (6,8) e Regno Unito (4,6) e imprese più piccole in Italia (2,6 addetti) e Spagna (3,1). Il settore dei servizi immobiliari ha numeri inferiori per quanto riguarda le imprese e soprattutto il numero degli addetti, ma con valore aggiunto e produttività superiori rispetto al mondo delle costruzioni. Nei cinque Paesi considerati si contano 905mila imprese, per un totale di 1,9 milioni di addetti diretti, corrispondente all’1,4 per cento della forza lavoro totale. Accanto agli addetti diretti si sommano quelli indiretti, con un indotto stimato in 770mila unità.