Milano, 5 nov. – Dopo il ritorno in territorio positivo, che a sorpresa aveva caratterizzato la rilevazione di settembre, a ottobre si è registrata una vera e propria impennata delle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane, con un +18,4% rispetto allo stesso mese del 2018. Lo evidenzia l’analisi del patrimonio informativo di Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif. Indubbiamente l’irrobustimento della crescita rappresenta un elemento positivo per il mercato dopo 3 trimestri improntati alla prudenza, con una dinamica complessiva influenzata dal recupero dei nuovi mutui ma, soprattutto, dalla ripresa delle surroghe stimolate da tassi applicati che negli ultimi mesi hanno toccato i nuovi minimi.
L’importo medio richiesto nel mese di ottobre si è attestato a 133.600 euro, con un incremento del 4,2% rispetto al corrispondente mese del 2018. In termini assoluti si tratta del valore più elevato fatto registrare negli ultimi 7 anni dopo il picco del giugno 2012, quando la media dei mutui richiesti era risultata pari a 133.074 euro.
Relativamente alla distribuzione delle richieste per fasce di importo, a ottobre le preferenze degli italiani si sono concentrate prevalentemente nella classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,7% del totale, ma va sottolineato come le richieste di importo inferiore ai 75.000 euro, in cui tipicamente si concentrano i mutui di sostituzione, rappresentano quasi 1/4 del totale.
Per quanto riguarda la distribuzione per classe di durata dei mutui, invece, il mese di ottobre ha visto le preferenze degli italiani orientarsi verso piani di rimborso compresi tra i 16 e i 20 anni, che arrivano a spiegare il 25,4% del totale delle richieste. Complessivamente, il 75% delle richieste prevede un piano di rimborso superiore ai 15 anni. In merito all’età del richiedente, infine, continua a crescere il peso della popolazione più giovane, con gli under 35 che arrivano a spiegare quasi il 30% del totale. Ad ogni modo, la fascia d’età compresa tra i 35 e i 44 anni risulta ancora essere quella maggioritaria, con il 34,3% del totale.