Roma, 4 nov – È stato reso pubblico il 16 ottobre, alla Buchmesse di Francoforte, la Fiera del Libro in corso nella città tedesca, il bilancio dell’editoria italiana a cura dell’AIE (Associazione Italiana Editori), dal quale è emerso che nei primi otto mesi del 2019 le vendite in Italia per l’editoria di varia nei canali trade raggiungono quota +5%. Il che vuole dire che i libri italiani segnano una significativa crescita nell’export durante il 2018, con la vendita dei diritti a +9% rispetto all’anno precedente, e un balzo del 5% nel giro d’affari dei primi otto mesi del 2019 per l’editoria di varia adulti e ragazzi nei canali trade (librerie, Gdo, store online compresa stima Amazon), che dopo quasi otto anni vede aumentare anche il numero di copie vendute: +4%.
L’editoria italiana, – scrive il giornale web della comunità italiana in Germania – con questi numeri, risulta dunque più forte sul piano internazionale, confermando inoltre la sua prima posizione tra le industrie culturali del Paese. Come evidenziato dal Rapporto dell’Associazione Italiana Editori sullo stato dell’editoria 2019 negli ultimi quindici anni la crescita media annua dei diritti venduti all’estero è stata del 19,9%, trainata dall’editoria per bambini e ragazzi e in anni più recenti dalla narrativa: insieme rappresentano oltre il 60% dell’export.
Il presidente di AIE Ricardo Franco Levi ha parlato, in riferimento alla crescita dell’export, di “risultati straordinari, che tuttavia crediamo possano essere ulteriormente migliorati”. Si guarda, infatti, al Salone del libro di Parigi nel 2021 e a quello di Francoforte del 2023, “due occasioni in cui l’Italia, ospite d’onore, avrà grandissime opportunità di promozione culturale ed economica, com’è sempre quando si parla di libri”.
L’Italia è presente alla Buchmesse, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio di diritti, in programma fino al 20 ottobre a Francoforte, con 252 editori e agenti. Lo Spazio Italia organizzato dall’AIE, Ministero dello Sviluppo Economico e ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – riunisce 134 editori in oltre 500 metri quadrati di spazio espositivo. Tra gli editori italiani presenti anche 4 aree regionali: Lazio, Piemonte, Sardegna e Veneto.
Il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2019 presentato a Francoforte evidenzia una crescita del 2,1% dell’intero settore (editoria di varia, scolastica, universitaria, professionale) nel 2018 (3,17 miliardi di euro), comprendendo in questo dato il peso di Amazon (stimato da AIE) e l’usato. L’anno precedente la crescita era stata del 4,5%. “Questo risultato conferma che, a parità di perimetro di mercato e al netto dei ricavi pubblicitari, della spesa per l’acquisto di hardware e dispositivi per l’accesso ai contenuti e dei contributi pubblici, l’industria editoriale resta la prima industria culturale del Paese” ha ricordato ancora Levi. Risultati positivi sono stati registrati anche per il numero di imprese attive (+1,4%), il numero di titoli pubblicati (+9,8%) e quello dei titoli commercialmente vivi (+10,1) che sono oltre 1,2 milioni.
Sono 4.972 le case editrici che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno (+1,4% rispetto al 2017). Rispetto al 2010 sono attive sul mercato 825 nuove case editrici che devono cercare di posizionare il loro marchio e il loro progetto editoriale in libreria, nella distribuzione e presso segmenti più o meno specializzati di lettori.
Nel 2018 le case editrici italiane hanno pubblicato 78.875 titoli (novità e nuove edizioni di varia adulti e ragazzi oltre ai titoli educativi, che sono 4.180; sono esclusi gli ebook), in crescita rispetto al 2017. La crescita del numero di titoli pubblicati è il prodotto delle minori barriere all’accesso nella parte editoriale del processo: dallo scouting alla traduzione, all’impaginazione fino alla stampa. Lo sviluppo del print on demand, sempre più integrato nella filiera distributiva, permette di produrre piccoli stock utili anche per titoli a bassa rotazione o di ristampare just in time il titolo richiesto dalla libreria.
All’interno della varia (74.695 novità), crescono tutti i generi, dalla fiction italiana e straniera (+6,0% compresa la narrativa Young Adult) e alla non fiction generale (+13,1%), specialistica (+15,8%), pratica (manualistica: +6,3%); i libri per ragazzi, dopo la battuta d’arresto del 2016 e il +13,7% del 2017, segnano un +5,9%. Il lettore trova oggi a sua disposizione più titoli (di piccoli come di grandi editori), prezzi e formati diversi tra cui scegliere rispetto a quanto non avveniva anni fa. Un ruolo importante nel mantenimento di un catalogo di titoli «vivi» lo si deve da un lato agli store di e-commerce, dall’altro alle nuove tecnologie di stampa digitale.
Nel 2018 sono stati pubblicati 51.397 e-book. Per il secondo anno consecutivo, si assiste a una riduzione del numero di titoli, dopo i circa 81 mila del 2016. Nel 2018 il calo è del -17,2%, che segue il -15,9% del 2017. Risulta rilevante il peso della produzione di e-book in self publishing, visto che le prime venti piattaforme hanno proposto 11.698 titoli, pari al 22,8% della produzione complessiva.
Nel 2018 le case editrici italiane hanno venduto all’estero complessivamente 7.883 diritti di edizione ai loro colleghi stranieri e hanno comprato diritti per 9.358 titoli. Rispetto al 2017 si assiste a una crescita del 9,0% nelle vendite all’estero e a un più modesto +0,7% nell’acquisto. È però sugli andamenti di medio-lungo periodo che si possono apprezzare meglio le trasformazioni che attengono alle dinamiche di internazionalizzazione, e autoriali. Negli ultimi quindici anni, la vendita di diritti presenta un tasso medio annuo di crescita ben superiore (+19,9%) rispetto a quello degli acquisti (+4,3%). Driver di crescita si confermano l’editoria per bambini e ragazzi e in anni più recenti la narrativa: insieme rappresentano oltre il 60% dell’export.
Il prezzo medio di copertina (non ponderato e alla produzione) tra 2017 e 2018 è stato di 19,48 euro, con +3,8% rispetto al 2017. Un valore che continua a essere di oltre 2 euro inferiore a quello del 2010 (21,6 euro). La lettura continua a mostrare segni negativi, ma più attenuati rispetto al calo subito tra il 2011 e il 2014. Secondo l’Osservatorio AIE sulla lettura e i consumi culturali, nel 2018 ha letto almeno un libro, un e-book o un audiolibro nei dodici mesi precedenti il 62% della popolazione nella fascia 15-75 anni di età, pari a circa 28,2 milioni di persone. Questa percentuale risulta pari al 60% se si considera unicamente la lettura di libri.