Roma, 8 nov – L’Italia è in “ritardo”: 2 bambini su tre “non hanno accesso agli asili nido” e “anche per questo la legge di bilancio potenzia il bonus nido per le famiglie a basso reddito”. E’ quanto ha sottolineato il presidente dell’Inapp, Stefano Sacchi, presentando il rapporto Employment and social developments in Europe (Esde) dell’Ue.
“Allo stesso tempo – ha detto – il Parlamento sta discutendo la delega da assegnare al Governo per la formulazione di un assegno unico per la famiglia e una dote unica per i servizi che dovrebbero sostituire una serie di misure esistenti e ridestinare le risorse attraverso scelte più mirate”. La platea potenziale di un assegno unico è di circa 6,7 milioni di famiglie con figli fino a 18 anni, più di 3,9 milioni di famiglie con figli tra 18 e 26 anni. Quella di una dote unica fino a tre anni è di oltre 1,3 milioni di famiglie.
“Attenzione però all’offerta di servizi – ha avvertito il presidente dell’Inapp – se al Nord il problema è soprattutto di costi elevati dell’asilo nido, in buona parte del Mezzogiorno il problema è la carenza di posti”. L’Europa, si legge nel rapporto Esde, ha invitato gli Stati membri ad “affrontare la questione della povertà ed esclusione sociale dei bambini attraverso l’integrazione di strategie volte a garantire l’accesso a risorse adeguate e servizi di qualità accessibili. Lo ha fatto attraverso il pacchetto sugli investimenti sociali del 2013, la raccomandazione sugli investimenti per l’infanzia e la raccomandazione per l’efficienza e la qualità dei sistemi di educazione e cura della prima infanzia del 2019.
Diversi Paesi, tra cui l’Italia, necessitano di politiche che garantiscano ai genitori, in particolare alle donne, la possibilità di accedere al mercato del lavoro, conciliandolo con il lavoro di cura. La metà degli Stati non ha raggiunto gli obiettivi, cioè garantire l’accesso agi asili nido ad almeno il 33% di bambini sotto i tre anni e servizi per l’infanzia ad almeno il 90% di bambini di età compresa tra i tre anni e l’età dell’obbligo scolastico. Mentre la scuola per l’infanzia consente all’Italia di raggiungere il target nella classe di età 3-6 anni, il Paese è ancora lontano da quello previsto per i bambini con meno di 3 anni.
“Nonostante i 23 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare per non far aumentare i costi delle famiglie – ha detto il sottosegretario del Lavoro, Francesca Puglisi – questa legge di bilancio investe sulle due grandi questioni poste dal rapporto: il green new deal con 4,5 miliardi di euro in quattro anni, con l’impegno a investirne 50 in 15 anni, e anche il grande investimento per le famiglie con bambini piccoli, perché dobbiamo cercare di invertire la curva demografica decrescente, che soprattutto vede un’esplosione dei grandi anziani. Anche lì ci sono risorse importanti – ha aggiunto – per progettare l’estensione della rete degli asili nido e anche per l’abbattimento delle tariffe e sostenere le famiglie. C’è un raddoppio delle risorse, che non è poco”.