Roma, 13 nov – Barcellona e Real Madrid, i principali club della Liga spagnola, occupano le prime due posizioni nella classifica della stima del valore dei diritti di sponsorizzazione degli stadi, i cosiddetti “Naming Rights”. Inter e Milan, attualmente in quattordicesima posizione con un valore stimato di 9,2 milioni di euro per i diritti di San Siro (da dividere tra i due club milanesi che condividono l’impianto), hanno le migliori prospettive di crescita grazie al nuovo stadio da 60mila posti che dovrebbe essere completato nel 2022. E’ quanto emerge da un’analisi di Duff & Phelps condotta su 98 squadre europee e sui relativi impianti di gioco appartenenti ai campionati più importanti del vecchio continente. Il primo team italiano, la Juventus, già proprietaria di un impianto sponsorizzato, si colloca al decimo posto con introiti potenziali di 18 milioni a stagione tramite la negoziazione di un nuovo contratto.

Dallo studio emerge come il fatto di avere uno stadio di proprietà o sponsorizzato possa apportare significativi introiti alle squadre di calcio e migliorare la loro competitività a livello internazionale. Barcellona e Real Madrid beneficiano dei piani per un profondo rinnovamento dei rispettivi stadi. In particolare, la squadra della capitale spagnola progetta di rivestire il Santiago Bernabeu con una copertura in Led e titanio, di installare un tetto a scomparsa e una zona pedonale, e di ampliare al contempo l’esistente centro commerciale e il museo del club per un investimento stimato di 550 milioni.

Il club catalano, che può sempre puntare sull’appeal di Lionel Messi per accrescere la popolarità e il brand value a livello globale, punta a rinnovare il Nou Camp aumentandone la capienza oltre i 100mila spettatori, con un investimento di circa 650 milioni. Alle spalle delle due squadre spagnole si trovano i due club di Manchester: al terzo posto c’è lo United con una stima dei “Naming Rights” dello stadio di 30,5 milioni. Al quarto c’è il City, con una stima di 25 milioni. Lo studio mette inoltre in risalto che, delle 98 squadre europee analizzate, solo il 27% ha un accordo sui diritti di denominazione dello stadio. Ciò significa che il 73% dei club non valorizza i propri flussi di reddito al massimo del loro potenziale.

Questo risulta ancora più sorprendente se si considera che il calcio è senza dubbio lo sport più popolare del mondo. Basti pensare agli 1,12 miliardi di persone che si sono sintonizzate per assistere alla finale di Coppa del Mondo nel 2018, rispetto ai soli 100,7 milioni del Superbowl del 2019. I più grandi marchi del mondo sembrano tuttavia investire ancora poco nei “Naming Rights” degli stadi rispetto a Paesi come gli Stati Uniti, la cui National Football League (Nfl), per esempio, ha più dell’80% degli stadi sponsorizzati.

Tra i paesi europei, il mercato dei diritti di denominazione degli stadi di calcio è più maturo in Germania, con oltre l’80% degli stadi della Bundesliga aventi il nome di uno sponsor. La Premier League inglese, che occupa il secondo posto, ha solamente il 30% degli stadi sponsorizzati, mentre la Serie A e la francese Ligue 1 hanno entrambe solo il 10% degli stadi sponsorizzati e la Liga spagnola si ferma al 5%. Una delle possibili cause del basso livello di sponsorizzazione è che in alcuni Paesi, come Spagna, Francia e Italia, è tradizione intitolare gli stadi in memoria di ex presidenti o giocatori dei club.