Roma, 13 nov – “Il Mose è stato costruito per evitare le maree molto alte, eccezionali, da quelle sicuramente riesce a proteggere: sarebbe stato utile nell’evento di ieri sera. Il problema saranno le tante piccole maree alte previste nei prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici: il Mose non riuscirà a proteggere Venezia quando avremo un innalzamento del mare di 30-40 centimetri, bisognerebbe chiudere troppe volte”. Lo ha spiegato all’agenzia Askanews Georg Umgiesser, ricercatore dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr).
“Il Mose – ha continuato – servirà sempre per proteggere dalle mareggiate eccezionali come quella di ieri, ma non sarà utile con il previsto innalzamento del mare di 50 centimetri nei prossimi settant’anni: non servirebbe. Il livello di ‘salvaguardia’ per la maggior parte di Venezia è 110 centimetri. Proteggerebbe San Marco da eventi come quello di ieri, ma i veneziani staranno comunque sempre con i piedi nell’acqua”.
Per Umgiesser l’acqua alta di ieri “è stato comunque un evento assolutamente eccezionale: nella sala controllo dell’Ufficio maree la situazione sembrava assolutamente tranquilla, il Comune ha deciso di fare un’allerta per 145 centimetri che sembrava già un livello alto, non avrei mai pensato si arrivasse a 187 centimetri. Sono cose purtroppo non più prevedibili: fenomeni molto veloci, con una scala spaziale locale molto piccola. Ieri siamo stati tutti presi di sorpresa. Bisogna lavorare molto per migliorare le previsioni. Questi eventi estremi sono sempre più frequenti: è un effetto dei cambiamenti climatici. Temo che ne vedremo sempre di più in futuro”.
Quanto alle previsioni per i prossimi giorni, secondo il ricercatore “nei prossimi giorni la marea si manterrà molto alta: domenica si teme un’acqua alta molto forte. Il livello medio è già altissimo, inoltre ci si mette il vento a spingere verso l’alto Adriatico. Speriamo che non sia come ieri notte”, ha concluso.