Roma, 15 nov – A settembre il debito delle Amministrazioni pubbliche è diminuito di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.439,2 miliardi. Il calo è dovuto alla riduzione di 43,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a 45,8 miliardi alla fine di settembre), che ha più che compensato il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (22,6 miliardi); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno complessivamente diminuito il debito di 2,3 miliardi.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è diminuito di 23,2 miliardi e quello delle Amministrazioni locali di 0,3 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
A settembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 28,0 miliardi, sostanzialmente in linea con il dato dello stesso mese del 2018. Nei primi nove mesi del 2019 le entrate tributarie sono state pari a 305,2 miliardi, in diminuzione dell’1,0 per cento (3,1 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tale calo risente della proroga all’autunno delle scadenze dei versamenti in autoliquidazione dei contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale. Al netto delle disomogeneità contabili si può stimare che la dinamica delle entrate tributarie sia stata più favorevole.