Roma, 25 nov – Il 2019 è stato “un anno da dimenticare” per i prodotti editoriali in edicola. Lo afferma la Fenagi, l’associazione delle edicole aderente alla Confesercenti, sulla base di dati pubblicati dagli uffici studi delle associazioni della filiera della carta. Quest’anno “i ricavi dalla vendita di quotidiani e periodici dovrebbero assestarsi a poco più di 1,9 miliardi, il 10% in meno rispetto al 2018 e il dato peggiore degli ultimi cinque anni”.
Si stima, spiega la Fenagi, “che i ricavi da quotidiani si fermeranno a 855 milioni, il 7,5% in meno sull’anno passato. Per le riviste e le altre pubblicazioni periodiche, invece, si prevedono vendite per 1,076 miliardi, con un calo vicino al 12%. Una riduzione marcata, con conseguenze su tutta la filiera dell’informazione, dalle redazioni alla rete di vendita, ormai in una situazione di crisi strutturale”.
I conti economici “parlano chiaro: rispetto al 2013, il reddito medio delle imprese del commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici è sceso di circa un terzo, e ormai sei edicole su 10 realizzano utili (ante imposte) di 10mila euro l’anno o meno”. Uno scenario “sempre meno sostenibile per gli operatori, come confermano i dati di chiusura dei punti vendita”.
Dal 2013 le rivendite “sono passate da 18.077 a 14.730. Un dato che include, oltre ai classici chioschi, anche i negozi e i pubblici esercizi che aggiungono all’attività prevalente la vendita di giornali. Le edicole vere e proprie, specializzate nella sola vendita di quotidiani e periodici, sono ormai appena 5mila: una rete che ormai è a rischio di chiusura irreversibile”.
“La situazione della rete di vendita è sempre più difficile – aggiunge il presidente della Fenagi, Christian Cartosio – il crollo di quest’anno accelererà ancora di più le chiusure. E non è un problema dei soli edicolanti: il mercato della stampa si basa sulle vendite nelle edicole, senza queste sarà difficile salvarlo”.