Roma, 4 dic – La frenata di novembre si conferma meno accentuata di quanto indicato nelle stime iniziale anche nel settore terziario dell’area euro, secondo le indagini presso i responsabili degli approvvigionamenti. Il Purchasing managers index è sceso a 51,9 punti, dai 52,2 di ottobre, secondo la società di ricerche Ihs Markit, avvicinandosi così alla soglia di neutralità dei 50 punti (al di sotto della quale significa contrazione). L’indice Pmi composito relativo all’insieme di servizi e manifatturiero è rimasto stabile a 50,6 punti.
In Italia però il quadro ha mostrato un peggioramento più netto, con l’indice Pmi relativo al terziario sceso a 50,4 punti, dai 52,2 punti di ottobre, e l’indice composito, a 49,6 punti, sui minimi da 7 mesi. “Da inizio anno, gli osservatori esterni hanno temuto che la debolezza del settore manifatturiero avrebbe alla fine intaccato il resto dell’economia, e il settore terziario sta senza dubbio mostrando segnali di tale malessere”, ha commentato Amritpal Virdee, l’economista che cura l’indagine sull’Italia. “La crescita dell’attività economica e dei nuovi ordini totali è fortemente rallentata raggiungendo quasi la stagnazione”.
“Le vendite estere continuano a diminuire. timori per le condizioni di salute dell’economia sono presenti ormai da molti mesi nei commenti delle aziende monitorate e la fiducia resta storicamente sottotono. Detto ciò – conclude – la creazione occupazionale del terziario resta l’aspetto positivo dell’economia, almeno per ora, e allo stesso tempo, avvicinandoci al 2020, i continui tagli sui prezzi di vendita potrebbero rivelarsi un altro punto di sostegno per la domanda interna”.
Guardando all’intera area euro, secondo Chris Williamson, capo economista di Markit i dati di novembre hanno superate le stime iniziali ma indicano “un’economia vicina alla stagnazione. I dati raccolti nell’indagine indicano una crescita del Pil di appena 0,1% nel quarto trimestre, con il settore manifatturiero che continua ad agire da freno maggiore. È preoccupante che il settore dei servizi stia indicando la più debole espansione trimestrale degli ultimi cinque anni, spingendoci a considerare che questo rallentamento continua a diffondersi”.
“La quasi stagnazione dell’economia si è accompagnata ad una delle più deboli pressioni sui prezzi cui abbiamo assistito negli ultimi anni, pressione che minaccia nei prossimi mesi di tenere l’inflazione notevolmente al di sotto del target della Bce e rafforza – secondo Williamson – la possibilità di maggiori stimoli economici ad inizio del prossimo anno”.