Roma, 10 dic – Si aprono domani due giorni chiave sulla politica monetaria delle due maggiori Banche centrali globali. Ad aprire le danze sarà la Federal Reserve, con la conclusione della riunione del Fomc, il braccio operativo sulla policy da cui non sono attesi nuovi interventi per l’immediato.
Successivamente il presidente Jerome Powell terrà però una conferenza stampa esplicativa, dalla quale potrebbero giungere elementi importanti sulle prospettive del 2020.
Sempre domani, in serata, si ritroverà il Consiglio direttivo della Bce, alla cena informale che precede la riunione operativa, giovedì mattina, la prima sotto la presidenza di Christine Lagarde. Le comunicazioni sulle decisioni sono previste alle 13 e 45 e anche in questo caso non sono attesi sviluppi – anche se con l’avvio di una nuova presidenza tutto è possibile – mentre alle 14 e 30 Lagarde terrà la sua conferenza stampa.
Innanzitutto illustrerà le previsioni aggiornate dei tecnici della Bce su crescita economica e inflazione. Poi potrebbe fornire qualche emendamento ulteriore sulla procedura di revisione della strategia dell’istituzione che ha annunciato di voler avviare nell’audizione della scorsa settimana al parlamento europeo.
Il debutto comunque richiede una certa prudenza alla neo presidente e alle sue eventuali ambizioni di marcare un nuovo tocco personale nella conduzione dell’istituzione. Gli operatori di mercati cercheranno in fatti di cogliere, con ogni probabilità, qualunque segnale che mostri una minore determinazione nel perseguire l’obiettivo di stabilità dei prezzi, cioè di puntare mediante stimoli all’economia a riportare l’inflazione a valori più vicini al 2 per cento.
Al tema il Financial Times dedica un articolo con le più disparate da parte di vari analisti, tra chi dice che la BCE dovrebbe semplicemente rassegnarsi alla bassa inflazione, perché finché c’è crescita economica in definitiva è una panacea, e chi all’opposto avverte che è necessario mostrare subito una forte risolutezza a riportarla al target.
Ma forse il commento più efficace è quello messo in chiusura del pezzo e attribuito a un anonimo gestore di fondi. La BCE a trazione Lagarde, infatti, su sollecitazione del Parlamento europeo, potrebbe impartire una sfumatura “green” alla politica monetaria (con il rischio, secondo alcuni, di inficiarne l’efficacia). E “forse il motivo per cui (Lagarde) parla così tanto di clima è questo: salvare il mondo può sembrare un compito più facile che centrare l’obiettivo di inflazione”.