Roma, 9 dic – Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati, dovranno presentarsi alla “cassa” per l’Imu/Tasi. Con il saldo del prossimo 16 dicembre, infatti, si verseranno 10,3 miliardi di euro per l’Imu/Tasi: il conto totale, a fine anno, sarà di 20,5 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto Imu/Tasi 2019, elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil.
Il costo medio complessivo dell’Imu/Tasi su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia – spiega Ivana Veronese, Segretaria Confederale Uil – sarà di 1.070 euro (535 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Prendendo in considerazione i costi dell’Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio sarà di 2.610 euro annui (1.305 euro per il saldo di dicembre), con punte di oltre 6 mila euro. Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) verserà l’Imu/Tasi con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro a saldo), con punte di 110 euro annui.
La media dell’aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi – aggiunge Ivana Veronese – ammonta al 10,4 per mille. In molti Comuni (480 municipi di cui 18 città capoluogo di provincia) è in vigore “l’addizionale Tasi”, fino a un massimo dello 0,8 per mille, introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l’aliquota fino all’11,4 per mille. In oltre 234 Comuni, quest’anno, le aliquote sono state riviste al rialzo, tra cui 4 città capoluogo di provincia (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino).
In particolare, ad Avellino l’aliquota tra Imu e Tasi per le seconde case e altri immobili sale dal 10,5 al 10,6 per mille; a Torino alcune aliquote sono state modificate e, in particolare, l’aliquota sulle case affittate a canone concordato sale dal 5,75 al 7,08 per mille, mentre quella a canone libero dall’8,6 al 9,6 per mille; a La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l’aliquota sale dal 4,6 al 6 per mille; a Pordenone, sui negozi sfitti, l’aliquota sale al 10,6 per mille. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Biella, Vercelli dove le aliquote scendono.