Roma, 17 dic – Sofferenze ancora in calo e tassi sui prestiti erogati alle imprese ai minimi storici, mentre per la prima volta da sette anni aumenta la raccolta delle banche italiane mediante obbligazioni. E’ la fotografia scattata dal rapporto mensile pubblicato dall’Abi. Le sofferenze nette, ossia depurate da svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con risorse proprie, sono diminuite a 31,4 miliardi di euro a ottobre, il 17,9 per cento in meno rispetto ai 38,3 miliardi cui si attestavano nell’ottobre 2018. Questa voce aveva segnato un picco di 88,8 miliardi nel novembre 2015 e da allora la riduzione sfiora il 65 per cento.

Secondo l’Abi, in questo modo il rapporto sofferenze nette rispetto agli impieghi totali si è ridotto all’1,80% ad ottobre 2019, dal 2,26% cui si attestava nello stesso mese di un anno prima e a fronte del 4,89% del sovramenzionato novembre 2015. A novembre, poi, i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento si attestano sui minimi storici. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari all’1,20%, dall’1,31% del mese precedente. Mentre secondo l’associazione il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari all’1,44%, dall’1,40% di ottobre.

Ma nonostante questi minimi storici sui tassi “la domanda di finanziamenti rimane sostanzialmente debole”, ha rilevato il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero, durante una conference call di presentazione dei dati. E in particolare sui prestiti alle imprese si è verificata una riduzione dell’1,4 per cento su base annua. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha invece mostrato una variazione positiva del 2,4 per cento su base annua.

A novembre, infine, la dinamica della raccolta complessiva delle banche in Italia risulta in crescita del 7 per cento. I depositi – tra conto corrente, certificati di deposito e pronti contro termine – sono aumentati di oltre 116 miliardi di euro rispetto ad un anno prima, pari ad un più 7,9 per cento. E secondo l’Abi per la prima volta da oltre 7 anni si registra un aumento della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per circa 3,5 miliardi di euro, un più 1,5 per cento.

Questo episodio potrebbe riflettere il fatto che su questa voce è stato raggiunto una sorta di “minimo di equilibrio” sulla composizione delle diverse forme di raccolta. Il rendimento delle obbligazioni in essere, pari a 2,20 per cento, ha segnato una limatura rispetto al mese precedente (2,23%).