Milano, 31 dic – Per lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre salgono ad oltre 560 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate all’estero nel 2019 con il record storico dei brindisi Made in Italy grazie all’aumento del 9% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti in occasione del Capodanno dalla quale si evidenzia che a fine anno per il 2019 sarà raggiunto per la prima volta il record storico delle esportazioni all’estero per un valore di circa a 1,6 miliardi, sulla base delle previsioni sui dati Istat.
Fuori dai confini nazionali – segnala la Coldiretti – i consumatori più appassionati sono gli inglesi che non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit e sono nel 2019 il primo
mercato di sbocco dello spumante italiano con le bottiglie esportate che fanno registrare un aumento del 7% nelle vendite, mentre gli Stati Uniti sono al secondo posto con un balzo dell’11% pur in presenza di tensioni commerciali e timori collegati ai dazi, mentre in posizione più defilata sul podio si trova la Germania, che rimane il terzo consumatore mondiale di spumante italiano ma che con la frenata dell’economia tedesca paga un calo dell’8% rispetto all’anno precedente.
Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono tra gli altri il Prosecco, l’Asti e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese, tanto
che proprio sul mercato transalpino si registra una crescita record delle vendite del 30%. Ma lo spumante italiano – aggiunge la Coldiretti – piace molto anche nel Paese di Putin, visto l’incremento del 17% in Russia nonostante le tensioni causate dal perdurare dell’embargo su una serie di prodotti agroalimentari Made in Italy. E un aumento in doppia cifra si riscontra anche in Giappone, con +37%.
Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesa però – sottolinea la Coldiretti – la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa dove sono
in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. All’estero finisce circa circa il 70% della produzione nazionale di bollicine.
L’andamento della domanda è positivo anche in Italia dove con le feste di fine anno verranno stappate 74 milioni di bottiglie, con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea-UIV. In crescita tutte le principali denominazioni, da quelle con metodo classico, come Trento, Oltrepò Pavese e Franciacorta a quelle a metodo italiano, come Asti e Prosecco o provenienti dalle altre regioni che in questi ultimi anni hanno visto un aumento significativo delle produzioni di bollicine, dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana, Marche, Lazio e Umbria.