Il 67,8% degli italiani teme per la situazione economica familiare. È quanto emerge dal Rapporto “Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19” realizzato dal Censis in collaborazione con Assogestioni, associazione italiana del risparmio gestito. La possibilità che un evento inedito e inatteso possa cambiare in un attimo la vita delle persone fa esplodere un senso acuto di vulnerabilità. In questo contesto, sul piano economico per gli italiani ora serve una grande cautela, soprattutto nella gestione dei propri soldi. Lo pensa il 39,7% dei risparmiatori (il dato sale al 45% nel Nord-Est). Ma a sorpresa il 38,9% degli italiani ha incrementato il proprio risparmio nel periodo del lockdown. La percentuale sale al 49,1% tra i risparmiatori abituali. Del resto, nel periodo della quarantena sono stati 28 milioni i percettori di reddito le cui entrate non sono state intaccate (pensionati, dipendenti pubblici, lavoratori del settore privato non in Cassa integrazione o congedo parentale), pari al 71,2% del totale. Il risparmio forzoso è nato da continuità nelle retribuzioni e tagli nei consumi.

Fiducia negli strumenti finanziari ESG

Come si vorrebbe investire questa liquidità aggiuntiva? Sui titoli di Stato ci si divide: il 43,7% degli italiani li comprerebbe, il 51,3% no, il 5% è incerto. Più propensi ad acquistarli i residenti del Nord-Ovest (47,5%), le persone con redditi elevati (55,9%), i dirigenti e i quadri (59,3%), mentre i più scettici sono gli operai (54,5%) e i residenti del Sud (54%). Buona la propensione all’acquisto di strumenti finanziari ESG (Environmental, Social, Governance), basati su criteri di investimento responsabile: il 52,3% degli italiani si dice interessato a investirvi (il 68,2% tra i laureati, il 70,2% tra i dirigenti e i quadri). Una voglia di sostenibilità che oggi si lega al tema della tutela e promozione della salute, balzato in cima alle priorità delle persone con l’emergenza sanitaria. Si assiste inoltre a un “nuovo boom della liquidità”: i soldi parcheggiati sui conti correnti negli ultimi tre anni valgono più del Piano Marshall. La liquidità nei portafogli delle famiglie italiane è aumentata di 34,4 miliardi di euro nei tre mesi più neri dell’epidemia (febbraio-aprile): “Una cifra – sottolinea lo studio del Censis – quasi uguale al valore del Mes per l’Italia di cui oggi tanto si discute. Sono risorse che si aggiungono ai 121 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva accumulata negli ultimi tre anni, prima dell’esplosione dell’epidemia (+8,4% in termini reali nel triennio): una cifra pari a nove volte le risorse del Piano Marshall destinate al nostro Paese per la ricostruzione del dopoguerra rapportate ai valori attuali. Paura, incertezza e cautela fanno decollare ancora il cash cautelativo, da tempo in crescita, come strumento familiare di autotutela. Se il trend proseguirà allo stesso ritmo del triennio trascorso, nel 2023 ci saranno altri 135 miliardi di liquidità aggiuntiva per le famiglie. Per il prossimo futuro il 34,1% degli italiani considera la liquidità lo strumento principale per la propria protezione, insieme all’ampliamento del sistema di welfare pubblico (34%) e all’acquisto di strumenti assicurativi, mutualistici, integrativi (18,6%)”.