Isolate, scoraggiate, alle prese con problemi per il mantenimento economico proprio e dei figli. Dopo aver combattuto per liberarsi del proprio persecutore, le donne vittime di violenza devono purtroppo affrontare altre difficoltà concrete. Poste Italiane ha pensato a loro: venti donne in uscita dai centri antiviolenza avranno la possibilità di riconquistare un’adeguata indipendenza economica grazie a un posto di lavoro. Si tratta di donne fuoriuscite dal mercato del lavoro o mai entrate nel tessuto lavorativo che, dovendo costruirsi un percorso di autonomia economica, hanno la necessità di confrontarsi con una nuova realtà partendo da una situazione di svantaggio, in quanto carenti di certificazioni o competenze riconosciute e che invece ora possono essere valorizzate. Poste Italiane ha deliberato il proprio sostegno alle due realtà partner di progetto (D.i.Re e Telefono Rosa). Inoltre, un’azienda di servizi della filiera Poste ha reso disponibili posizioni lavorative a tempo determinato per donne in uscita dai Centri di accoglienza. L’iniziativa si è aggiudicata la prima edizione del Premio Mede@ nella categoria “Industria”. L’associazione, nata per informare sui vari fenomeni di violenza e fornire una consulenza gratuita, unita a un’attività di prevenzione, ha riconosciuto il valore delle iniziative concrete avviate dalla nostra Azienda.
Un percorso per favorire l’inclusione sociale
Il progetto sull’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza, che crea valore condiviso sostenendo concretamente forme di solidarietà sociale, ha trovato pieno riconoscimento anche da parte del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, e della Consigliera di Parità nazionale durante un evento promosso alla fine dello scorso anno all’interno della XVIII Settimana della Cultura d’Impresa. In quell’occasione, Massimiliano Monnanni, responsabile RSI di Poste Italiane, ha ricordato che l’inclusione lavorativa si esplica attraverso progettualità il cui elemento caratterizzante è concorrere, insieme ai diversi stakeholder interessati, alla realizzazione di percorsi professionalizzanti retribuiti finalizzati all’inserimento lavorativo delle donne in uscita dai centri antiviolenza presenti sul territorio nazionale. Da un lato sostenendo economicamente i percorsi di riqualificazione e di inserimento lavorativo presso aziende individuate o proposte direttamente dalle organizzazioni no profit che si occupano del reinserimento delle donne, anche in accordo con gli organismi datoriali e di rappresentanza. Dall’altro lato attraverso la sensibilizzazione dell’intera catena di fornitura del Gruppo Poste che, lavorando a fianco dell’Azienda, può individuare fabbisogni operativi a cui si può rispondere con professionalità selezionate dai centri antiviolenza attraverso il bilancio delle competenze.