L’e-commerce italiano manterrà le promesse, anzi di più, facendo segnare un +274% rispetto agli ultimi due anni. Lo sostiene un’analisi elaborata da AJ-Com.Net, network specializzato in campagne di comunicazione e web marketing, che per la nostra web-economy – nonostante il crollo del settore del turismo – stima una crescita del 10% maggiore rispetto al previsto.
Verso il 48% della popolazione sui canali digitali
Se prima del Coronavirus la domanda dell’e-commerce era trainata prevalentemente dal settore del turismo (20 miliardi di euro nel 2018), nel 2020 la bilancia si è spostata verso altri settori, a partire dal food & beverage (24 miliardi di euro), advertising, marketing e relazioni pubbliche (14 miliardi), abbigliamento (12 miliardi), arredamento (11 miliardi), informatica ed elettronica (9,4 miliardi), incontri e dating online (8 miliardi), farmaceutico, wellness (7 miliardi), editoria, dvd e multimediali (6 miliardi), assicurazioni (4 miliardi), auto, moto e ricambi (1,2 miliardi) e beauty (1 miliardo). Secondo quanto osserva AJ-Com.Net, negli anni che verranno la web-economy avrà un valore sempre maggiore rispetto ai settori economici tradizionali. Nel 2020 si arriverà al 48% della popolazione planetaria che utilizzerà i canali digitali per fare acquisti: a far lievitare questa stima è in particolare l’emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus, che porterà le stesse aziende a incentivare questa forma di acquisto, mettendo a disposizione -soprattutto nei Paesi meno digitalizzati- le risorse necessarie. Cosa spinge a comprare online? “Prima dell’emergenza sanitaria i motivi erano essenzialmente tre: il prezzo più vantaggioso, la comodità di acquisto e la maggiore varietà di scelta offerta dal web”, rispondono gli analisti di AJ-Com.Net. “Ora invece -proseguono gli esperti- è maggiormente il fattore Coronavirus a determinare questa scelta”.