Secondo un recente studio del World Economic Forum – intitolato “Future of job” – da qui al 2022 in seguito all’automazione dei processi produttivi circa 75 milioni di posti di lavoro saranno persi, ma 133 milioni – tra nuovi e radicalmente riproposti – ne verranno creati. Nello stesso report si legge che il 65% dei bambini che oggi iniziano un percorso scolastico, quando terminerà il ciclo di studi svolgerà un lavoro che attualmente non esiste. Una studiosa italiana, Gloria Bartoli, dell’Osservatorio sulla Produttività e Benessere dell’Università di Tor Vergata, dimostra – cifre alla mano – come l’automazione sia destinata a creare lavoro e non a distruggerlo: nei Paesi dove esistono più robot per 10.000 occupati la disoccupazione è tra il 2 e il 3,8%, mentre in Italia che ha 4 volte meno robot la disoccupazione è al 10%. Stefano Uberti Foppa, opinion leader nel settore Ict, descrive il turn-over dei lavori e delle professionalità come un grande movimento tellurico, alimentato anche dalla crescita della classe media nelle economie emergenti e dal cambiamento demografico/generazionale in atto. E il coronavirus non ha fatto altro che accelerare questi processi.
Il bisogno di nuove competenze
Questi macrofenomeni trovano riscontro in un’azienda grande e complessa come Poste Italiane, dove l’innovazione dei processi e dei prodotti implica e presuppone l’affermarsi di nuove competenze e nuovi mestieri, che in parte sostituiscono quelli tradizionali e più frequentemente vi si aggiungono. Vedremo subito quali sono queste nuove skill. Prima però, per una visione d’insieme sui mestieri del Gruppo Poste e delle sue 140 mila persone, è utile dare un’occhiata all’allegato 1 del contratto collettivo di lavoro per il personale non dirigente, dove sono elencate le principali figure professionali e i relativi livelli di inquadramento. È una lista lunga e minuziosa, con un centinaio di mansioni e una dozzina di ruoli. Portalettere e informatici, impiegati amministrativi, addetti agli sportelli, allo smistamento, ai trasporti. Venditori, tecnici di impianti, consulenti finanziari, responsabili degli acquisti, addetti alle risorse umane, allo smistamento della corrispondenza, ai call center. E poi operatori doganali, specialisti della manutenzione immobiliare, del controllo di gestione, dei servizi generali, dell’informazione. Web designer, operatori polivalenti, responsabili della sicurezza. Un vasto elenco.
AL servizio del Paese
Nel suo saggio sulla “vertigine della lista”, Umberto Eco ci ha spiegato che gli elenchi sono anche un modo di descrivere il mondo. E in effetti nella sequenza di mansioni, ruoli, qualifiche sopra riassunta c’è la fotografia di una grande impresa e della società con cui essa si rapporta. In realtà – andando più a fondo – si scopre che i mestieri che supportano le attività e le esigenze di Poste Italiane, la più grande infrastruttura di servizio del Paese, sono oltre 300. Gravitano attorno a tre aree di business: corrispondenza, servizi finanziari, assicurazioni. Le famiglie di nuovi mestieri, nell’ambito di Poste, sono cresciute attorno al mondo digital ma non solo. Riguardano anche la qualità del servizio erogato e percepito dai clienti (Customer Experience & Quality): le procedure di sicurezza (fisica e logica), rivolte sia alla protezione del business sia alla protezione della salute e del benessere del personale oltre che dell’ambiente (Health, Safety, Security & Environment); la gestione degli aspetti legali e dei contenziosi, le evoluzioni del quadro regolatorio (Legal & Regulatory Affairs). Molte mansioni fanno riferimento all’ambito Marketing & Sales, che comprende le attività relative all’individuazione di nuovi modelli di business aziendali, allo sviluppo delle opportunità in termini di nuovi prodotti/servizi e di ottimizzazione di quelli esistenti nonché le attività relative alla pianificazione, attuazione e monitoraggio delle attività di vendita dei prodotti e servizi sui vari canali. Ci sono poi le attività necessarie all’ideazione, progettazione e realizzazione di tutte le iniziative di comunicazione rivolte all’interno e all’esterno dell’azienda, verso clienti e stakeholder istituzionali (Stakeholder Management); i compiti di gestione, amministrazione e sviluppo delle risorse umane, con la definizione dell’assetto organizzativo (Human Capital). Ci sono nuovi mestieri che riguardano il monitoraggio della Qualità, la verifica dell’efficacia delle misure di sicurezza, l’analisi del contenzioso, le indagini di mercato (anche della concorrenza), la comunicazione interna, lo sviluppo professionale del personale. Può trovare lavoro in Poste Italiane chi ha studiato crittografia, chi ha superato un esame da promotore finanziario, chi ha competenze nell’ambito della telefonia mobile. Il paesaggio delle competenze aziendali è lo specchio dei mestieri su cui si regge il Sistema Paese.