Quando la storia passa sul filo di una penna. È il caso delle lettere firmate da alcuni dei personaggi più noti della storia moderna e dalle quali, nonostante il distacco temporale che ci separa da esse, emana ancora una forza evocatrice in grado di fornire tanto allo studioso che all’appassionato un peculiare e affascinante impatto con il passato.
Albert Einstein scrive a Franklin Delano Roosevelt
Una delle lettere più famose dell’era contemporanea è probabilmente quella che “il Papà” della fisica Albert Einstein (col sostegno di altri grandi scienziati, tra i quali Leó Szilárd, Edward Teller ed Wigner), scrisse al presidente americano Franklin D. Roosevelt il 2 agosto 1939, quindi poche settimane prima dello scoppio della seconda guerra mondiale e nella quale l’inquilino della Casa Bianca venne avvisato della concreta possibilità che Hitler avrebbe potuto percorrere la strada della creazione di armi atomiche.
Signor Presidente,
la lettura di alcuni recenti lavori di E.Fermi e di L.Szilard, comunicatimi sotto forma di manoscritto, mi induce a ritenere che, tra breve, l’uranio possa dare origine a una nuova e importante fonte di energia. Alcuni aspetti del problema, prospettati in tali lavori, dovrebbero consigliare all’Amministrazione la massima vigilanza e, se necessario, un tempestivo intervento. Ritengo quindi mio dovere richiamare la Sua attenzione su alcuni dati di fatto e suggerimenti. Negli ultimi quattro mesi, grazie agli studi di Joliot in Francia e di Fermi e Szilard in America, ha preso sempre più consistenza l’ipotesi che, utilizzando un’adeguata massa di uranio, vi si possa provocare una reazione nucleare a catena, con enorme sviluppo di energia e formazione di un gran numero di nuovi elementi simili al radio: non vi è dubbio che ciò si potrà realizzare tra breve. In tal modo si potrebbe giungere alla costruzione di bombe che – è da supporre – saranno di tipo nuovo ed estremamente potenti. Uno solo di tali ordigni, trasportato via mare e fatto esplodere in un porto, potrebbe distruggere l’intero porto e parte del territorio circostante. D’altra parte, l’impiego di queste armi potrebbe risultare ostacolato dal loro eccessivo peso, che ne renderebbe impossibile il trasporto con aerei. (…)
Abraham Lincoln e i consigli al maestro di suo figlio
Uno dei presidenti più carismatici della storia americana è stato senz’altro il sedicesimo, ovvero Abraham Lincoln, il primo appartenente al Partito Repubblicano. Fu lui a ratificare il XIII emendamento della costituzione nel 1865 col quale si poneva fine alla schiavitù. Tra le lettere che questa figura fondamentale per la storia moderna ci ha lasciato, qui riportiamo un estratto di quella indirizzata dal presidente all’insegnante di suo figlio il primo giorno di scuola. Dalla lettera emergono forti i valori nei quali Lincoln credeva fermamente, e che segnarono l’alfa e l’omega della sua azione umana e politica.
(…) Maestro caro (…) (a mio figlio) gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure. Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere. Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici. Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina. Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce. Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio. (…)