La sostenibilità è l’unica via per evitare il sovrasfruttamento della Terra. L’Earth Overshoot Day segna la data in cui la domanda dell’umanità di risorse e servizi ecologici in un dato anno supera ciò che la Terra può rigenerare in quell’anno. E’ stata calcolata nel giorno del 22 agosto da Global Footprint Network, un think tank indipendente internazionale originariamente con sede negli Stati Uniti, in Belgio e in Svizzera, che ha combinato i dati più affidabili e formulato le ipotesi più ragionevoli per valutare l’attuale situazione delle risorse dell’umanità. Sono stati valutati i cambiamenti nelle emissioni di carbonio, nella deforestazione, nella domanda di cibo e altri fattori che potrebbero avere un impatto sulla biocapacità globale o sull’impronta ecologica dal 1 ° gennaio all’Earth Overshoot Day. I driver principali sono stati l’impronta di carbonio (ridotta del 14,5% dal 2019) e l’impronta dei prodotti forestali (ridotta dell’8,4% dal 2019).
L’esempio di Poste
Il tutto è stato poi raccolto in un ‘e-book ”Strategies for One-Planet Prosperity” che punta a dimostrare come questa duplice sfida (clima e risorse) sia ormai essenziale per costruire un vantaggio competitivo nel lungo termine. ”L’esigenza di avviare un recupero economico è nelle menti di tutti, ed è arrivato il momento in cui imprenditori e leader industriali devono riconoscere che offrire prodotti e servizi che migliorino le opportunità per il genere umano non è una questione di ‘fare del bene’, bensì una scelta necessaria per gli affari”, commenta Mathis Wackernagel, fondatore e presidente di Global Footprint Network. Da diverso tempo ormai, Poste Italiane è leader nelle graduatorie relative alla sostenibilità e sono numerose le certificazioni ottenute dal Gruppo, a testimonianza di una strategia sempre più orientata a garantire la sostenibilità dei propri processi, politiche e procedure.