Una realtà in forte sviluppo, con una grande attenzione alle innovazioni ma senza dimenticare quanto conta essere radicati sul territorio. Siamo andati alla scoperta di Omniva, il servizio postale estone.
Quanti impiegati e quanti Uffici postali ha Omniva e quali sono gli obiettivi per il futuro?
“Al momento abbiamo 285 uffici, 168 dei quali sono in franchising o cosiddetti punti di assistenza mentre 117 sono Uffici postali gestiti direttamente da noi”.
Chi sono i principali concorrenti di Omniva e con quali strategie li affrontate?
“Sono altre importanti società di logistica, scandinave o di livello internazionale che si sono stabilite anche in Estonia. Tuttavia, noi di Omniva siamo riusciti a stabilire la rete più grande e accessibile della regione. Inoltre, abbiamo in programma di continuare ad espanderla per essere il fornitore di servizi più vicino ai nostri clienti. Quindi, il loro preferito”.
Di recente, Poste Italiane ha lanciato una serie di App che hanno cambiato le abitudini dei clienti. La tecnologia ha cambiato anche la relazione tra Omniva e gli estoni?
“La principale innovazione che ha cambiato la scena nei Paesi Baltici è quella dei lockers per i pacchi. I primi sono stati installati nel 2011, ma entro la fine del 2018 ne avremo 250 in Estonia e oltre 500 nei Paesi Baltici. Oggi oltre l’80% dei nostri clienti preferisce inviare e ricevere i propri pacchi tramite i lockers”.
Quali sono le soluzioni più recenti per migliorare la vostra logistica?
“Vale lo stesso discorso: i lockers ci consentono di consegnare molti pacchi ai nostri clienti in modo semplice. Abbiamo anche sperimentato altre innovazioni come consegne con droni e robot. Un altro traguardo significativo è la sostituzione di buona parte dei nostri veicoli con quelli elettrici”.
Oltre a quelli tradizionali, quali altri compiti hanno i portalettere estoni?
“Recapitano anche pensioni e aiuti sociali agli anziani. Abbiamo anche implementato un servizio in cui chi vive in campagna può ordinare diversi servizi postali: si possono pagare le tasse, acquistare francobolli, inviare pacchi. Tutto con l’aiuto dei portalettere”.
Grazie al legame con il territorio, i portalettere italiani sono un punto di riferimento nelle piccole città. È così anche in Estonia?
“Sicuramente. I portalettere sono delle piccole celebrità nelle loro comunità locali, perché tutti li conoscono. Possono condividere le informazioni locali e talvolta aiutare gli anziani con alcune faccende. Una portalettere molto premurosa e attenta ha ottenuto persino un encomio dal nostro presidente l’anno scorso, perché aiutava spesso la gente della sua comunità”.
Un’ultima curiosità: perché le cassette postali estoni sono arancione?
“Nel periodo sovietico le cassette postali erano blu scuro. Nel 1991, tuttavia, quando è stato ristabilito Eesti Post (Estonian Post), le cassette delle lettere sono state colorate di arancione per abbinarle ai colori del marchio aziendale”.