Le firme più importanti del panorama giornalistico italiano si sono raccontate – nel tempo – a Postenews, spiegando sia il loro rapporto con la corrispondenza sia l’importanza della missione sociale di Poste Italiane. Soprattutto durante l’emergenza sanitaria, come testimoniano le parole del conduttore tv Giovanni Floris, che ha parlato della riapertura degli Uffici Postali nelle zone rosse durante il lockdown per pagare le pensioni. “L’episodio dell’Ufficio Postale di Codogno ha colpito tutti, ha colpito molto dunque anche me. Osservo con un po’ d’orgoglio nazionale l’impegno e la missione – in questo caso di Poste Italiane – che hanno messo nel loro operato tutte le categorie in prima linea a fronteggiare l’emergenza virus, a cominciare da medici, infermieri e tutto il settore sanitario, come pure mi colpiscono particolarmente e lo dico da padre più che da giornalista, professoresse e professori, docenti, maestre e maestri che si mettono a disposizione di un tipo d’insegnamento a distanza, che richiama abilità tecnologiche cui non siamo allenati e su cui non abbiamo investito, cioè quelle digitali” ha detto Floris.
Lettere d’autore
Le lettere hanno fatto parte anche della vita e del lavoro di Gian Antonio Stella, maestro dell’inchiesta e maggior giornalista-narratore italiano dallo stile incisivo, elegante e colto. Lettere “giovanili di amore incontenibile” come le definisce, o delle “sfuriate tremende che ti penti di aver scritto”. Ma quelle fanno parte della vita intima, privata, invece, ne ha ricevute molte di minacce, “non ho mai raccontato guerre, a parte quella in Jugoslavia, ma ho fatto inchieste scomode sui luoghi esposti e può capitare di toccare interessi facili da ustionare”. Alla corrispondenza è legato anche il decano della tv pubblica, Bruno Vespa: “Io sono appassionato di corrispondenza e colleziono tuttora francobolli. Nel mio libro “C’eravamo tanto amati” ho raccontato il mio rimpianto per le lettere. La cosa che mi ha sempre stupito è la rapidità del recapito della corrispondenza di guerra. Un servizio fantastico. L’epistolario di Benedetto Croce documenta come alle lettere spedite da Napoli si rispondesse dal resto d’Italia nel giro di uno o due giorni…”.