Una nuova attrezzatura capace di elaborare un numero incredibile di dati per applicarli all’informatica, alle smart cities, all’ambiente, all’economia, alla chimica, all’ingegneria, alla fisica. È stato ribattezzato V:HPCCRI il super computer di cui si è dotato il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, uno degli atenei più all’avanguardia del Sud Italia. Un’infrastruttura di calcolo a elevate prestazioni che permetterà di offrire, seguendo il paradigma del Cloud Computing, servizi estremamente performanti per i ricercatori del Dipartimento, dell’Ateneo e della rete delle Strutture di Ricerca Italiane afferenti al GARR. “Un acquisto che rientra – spiega il Rettore della Vanvitelli, Giuseppe Paolisso – nel progetto V:ALERE, uno strumento di valorizzazione e promozione delle attività di Ricerca, su cui l’Ateneo, a partire dal 2017, investe risorse crescenti”.
Un aiuto per le giovani menti
L’obiettivo, come rimarca il Rettore, è quello di stimolare le giovani menti a credere nelle proprie capacità e nel valore della ricerca, ma anche consentire in prospettiva un salto di qualità dell’Ateneo. “Una infrastruttura come questa di cui si è dotato il Dipartimento di Ingegneria darà la possibilità a tanti ricercatori di effettuare studi e ricerche di altissimo livello in numerosi campi diversi”. Il lavoro di questo super cervellone consiste infatti nel raccogliere ed elaborare enormi moli di dati (Big Data), eventualmente anche da fonti differenti, effettuando su queste ricerche mirate allo studio della stessa Intelligenza Artificiale. Ma il suo utilizzo non è limitato a questo: può essere infatti legato anche alle applicazioni per le smart cities, a quelle per migliorare la qualità dell’ambiente, all’analisi economica e dei social media, dalla genomica alla genetica medica e all’oncologia, dal monitoraggio e analisi di dati da reti elettriche, idriche, di telecomunicazioni fino agli ambiti più tradizionali quali la fisica, la chimica, la meteorologia, lo studio del clima, l’astronomia e l’astrofisica, la fusione nucleare, il calcolo numerico, i calcoli strutturali. Perché, come spiega il direttore del dipartimento Furio Cascetta, “la ricerca oggi, in tutti i campi, dipende sempre di più dalla possibilità di raccogliere, gestire ed elaborare un gran numero di dati (Big Data Analytics)”.