Jacopo (foto Veronica-Argentiero)

La grande ribalta di Amici, poi il lockdown. Il sogno di Jacopo ha avuto una brusca interruzione ma con tenacia il giovane artista savonese ha saputo rimettere in carreggiata la sua carriera artistica e ripartire. Anzi, meglio, risorgere se seguiamo il titolo del suo nuovo singolo.

Jacopo, come nasce e perché hai deciso di chiamare il tuo singolo “Come il sole”?
“Principalmente perché c’è voglia di rinascita, esattamente come il sole che tramonta e poi sorge. Ero in una fase calante prima di registrare il pezzo, venivo dal lockdown che mi ha spezzato le gambe in senso artistico: uscito dal programma avrei voluto fare ciò che tutti i ragazzi fanno dopo “Amici” ovvero entrare a contatto con la fan base che si è creata, fare i concerti nei negozi, cantare e toccare con mano quello che si era creato. Non dico che non mi abbia fatto piacere riabbracciare la mia famiglia e la mia ragazza e anche passare con loro l’isolamento. Però non ho potuto fare nulla per ciò che voglio sia il mio futuro lavoro: niente lavoro in studio, niente concerti, non si poteva uscire. Sono rimasto chiuso nelle mura a non far niente, perché ancora non mi sento in grado di essere un autore. Quando faccio le cose voglio farle per bene, non mi basta scrivere una canzone se ancora non lo so fare bene”.

Dunque, come il sole, è poi tornata la luce.
“Sì, perché sono rinato, sono tornato finalmente in studio, ho fatto qualcosa per la mia carriera artistica, come il video girato a Portofino. Finalmente ho capito che qualcosa si sta muovendo”.

Come stai vivendo il rapporto con i fan?
“Quello non si è mai perso, durante la quarantena con le dirette sui social sono riuscito a restare vicino, poi spesso rispondo in direct su Instagram, interagisco coi ragazzi e apprezzo ciò che fanno per me”

Dove ti vedi tra qualche anno?
“Il mio obiettivo è Sanremo, da coautore o magari da autore. Vorrei andare in studio con degli autori con la a maiuscola, lavorare con loro e imparare, con occhi e orecchie, tutto quello che fanno. Sarà il miglior modo per crescere”.

Qual è il tuo ricordo più vivo di Sanremo?
“Nel 2017, lo conduceva Maria De Filippi: mi colpì Fabrizio Moro con “Portami via”, quel suo graffio nella voce e l’espressività che sembra quasi che ti stia parlando di persona. Ho avuto anche la fortuna di poterci duettare proprio con la stessa canzone e in sala prove, quando lo senti vicino, è un’emozione”.

So che sei un appassionato di shopping. Il lockdown ha fatto impennare l’e-commerce: Poste Italiane non ha mai interrotto la sua attività di recapito permettendo alle persone di fare acquisti anche quando tutto era chiuso.
“Lo so e sono uno che compra tanto online, tra me e la mia ragazza non passa mese che non ne facciamo diversi a testa online. Io sono appassionato di scarpe, lei di vestiti. È bello andare per negozi, ma ormai nel 2020 la nuova realtà è l’online. Io poi sono di Savona, dove sto benissimo e abito a pochi minuti dal mare. Il fatto che non sia certo una capitale di shopping si risolve facilmente con l’online”.

Puoi dare un consiglio e un saluto ai giovani che ti leggono e ti ascoltano?
“Sì e saluto con piacere in particolare i lavoratori di Poste Italiane: ci lavorano molti miei amici anche qui a Savona e so con quanto impegno affrontano il loro impiego. Ai miei coetanei poi vorrei dire di non tradire mai se stessi: è inutile cercare di sembrare chi non si è veramente. È una lezione che ho imparato e vale sia artisticamente sia nella vita”.

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