Corrado Tedeschi

Una carriera artistica in perenne divenire, quella di Corrado Tedeschi, 68 anni, volto celebre della tv anni ’80 e ’90. Uno che, si direbbe, non ha bisogno di tante presentazioni: Doppio Slalom e Il gioco delle coppie le sue trasmissioni più famose, da ascolti record sulle reti del Biscione, fino a diventare vere e proprie icone televisive nel periodo d’oro della tv commerciale. A lungo sulla cresta dell’onda in tv, Corrado è anche un artista versatile, capace di nutrire altre passioni, come il calcio, avendo giocato nelle giovanili della Sampdoria. Conduttore di successo, da qualche anno si è lasciato (definitivamente) sedurre dal teatro, diventato sempre più una vera professione. E anche la sua passione, grazie all’animo sensibile e al grande spirito di introspezione che ha sempre avuto. Nasce con queste premesse lo spettacolo “Partenza in salita” che, oltre che come attore, lo vede anche nelle vesti di regista assieme a Marco Rampoldi. “Partenza in salita” è una commedia scritta da Gianni Clementi che vede protagonista Corrado Tedeschi per la prima volta sul palco assieme ad una partner d’eccezione, la figlia Camilla. Ed è proprio da questa ultima sua fatica teatrale in famiglia che partiamo per tratteggiare un profilo di Corrado Tedeschi, un giro d’orizzonte a 360° sulla sua lunga e prestigiosa carriera, fino a toccare le tappe più recenti e il suo rapporto con Poste Italiane.

Corrado, a quando risale il tuo rapporto con il teatro?
“Il mio rapporto col teatro ha radici lontane. Mi sono diplomato giovanissimo all’Accademia del Teatro Stabile di Genova. La tv è arrivata dopo, quando già avevo 30 anni. E mi ha dato la notorietà, la possibilità di farmi conoscere a un pubblico molto ampio. E, in un certo senso, questa notorietà mi è anche servita a teatro”.

Cosa ha dato il teatro a Corrado Tedeschi, che la tv non è stata in grado di dare?
“Quando lavoravo in tv, era come guidare un’auto che, pur avendo 6 cilindri, andava a un solo cilindro. Mi sentivo limitato, dovevo solo svolgere il classico compitino. Il teatro, invece, mi ha dato la possibilità di spaziare. Ora faccio monologhi di due ore e mi sento pienamente in grado di dimostrare tutte le mie qualità”.

Nel tuo ultimo spettacolo “Partenza in salita”, si parla del rapporto padre-figlia e lo si racconta da un punto di vista alquanto particolare: delle semplici lezioni di guida rappresenteranno per te e per tua figlia una sorta di punto d’incontro per conoscersi meglio. Ci racconti questo confronto?
“E’ un confronto molto vero, molto diretto, nel quale vengono fuori tutti i contrasti di una vita. Saliranno il nervosismo e la tensione e verranno dette le cose peggiori. Il tutto però anche con una vena ironica, che diverte molto il pubblico. Nel finale ci sarà anche da emozionarsi e da riflettere. Io ho sempre cercato di trovare con i miei figli dei punti di contatto per creare un buon rapporto: con mio figlio è stato il calcio, con mia figlia la scuola guida e il teatro”.

La sensazione è che, in scena, non ci siano solo due attori ma soprattutto due persone, tu e tua figlia, che si raccontano esattamente così come sono nella vita reale.
“Certamente è così. Anzi, c’è anche di più: io e mia figlia ci diciamo in teatro quello che, nella vira reale, magari non abbiamo mai avuto il coraggio di dirci. Il teatro, per noi, è un po’ come andare dallo psicologo. Una vera terapia: e risparmiamo pure dei soldi!”

Quali sensazioni ti vengono in mente quando entri in un Ufficio Postale?
“Non ho mai avuto un collaboratore che lo facesse per me: io, all’Ufficio Postale, ci sono sempre andato di persona. E mi sono sempre sentito a mio agio. Di Poste Italiane mi ha sempre colpito la velocità degli addetti, sempre pronti a risolvere ogni tuo problema. Davvero un’azienda molto efficiente”.

Ricordi una lettera in particolare, o un pacco, che ti è capitato di spedire o di ricevere tramite Poste e a cui sei particolarmente affezionato?
“Certo, non ho dubbi: ho spedito tante di quelle lettere d’amore, quando ero ragazzo, che voi non potete neppure immaginare! E ancor oggi, al solo pensiero, mi emoziono. In quelle lettere, inviate alla persona che amavo, c’era un grande trasporto e tanta enfasi giovanile. E sapeste che emozione, quando ero io a ricevere le lettere della mia amata: aspettavo quel momento come se fosse la cosa più importante della vita”.

C’è un episodio dei tuoi spettacoli teatrali del passato, nel quale si è parlato di Poste, di lettere spedite o ricevute?
“Certamente sì: cos’altro sono “Le Relazioni Pericolose”, se non una storia che si snoda interamente attorno ad un rapporto epistolare? Ne sono stato protagonista in teatro, qualche anno fa. Dopotutto, il tema delle lettere è uno dei grandi classici del teatro mondiale”.

Torniamo alla tua brillante carriera di attore teatrale. Progetti futuri nel mondo dello spettacolo??
“In questi giorni stiamo portando in tutta Italia il nostro “Partenza in salita”, a novembre saremo a Milano per altre serate all’insegna delle risate e della riflessione. Poi sarò impegnato in “Montagne Russe”, assieme alla bravissima Martina Colombari. E’ una commedia divertentissima che esprime una pungente riflessione sul tema dei legami familiari e sul valore del rapporto nei confronti del prossimo. Senza dimenticare “Amore Mio Aiutami”, nel quale la mia partner è Debora Caprioglio, in uno spettacolo divertente, liberamente ispirato al film con Alberto Sordi e Monica Vitti”.

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