Oggi alle 12, presso il centro commerciale “Il Triangolo” in via Padre Giovanni Minozzi, verrà inaugurata la nuova sede dell’Ufficio Postale di Amatrice, davanti al sindaco Antonio Fontanella e la responsabile Piccoli Comuni della regione Lazio Cristiana Avenali. Un segnale di rinascita per la cittadina martoriata dal terremoto del 24 agosto 2016, che causò 239 nel solo territorio di Amatrice.
Il ricordo della tragedia
Postenews si era recato ad Amatrice dopo il terremoto per seguire la ricostruzione e aveva raccolto i ricordi di alcuni dipendenti di Poste che avevano vissuto la tragedia. “All’una e mezza di notte di quel giorno, ero ancora in piazza per la Sagra delle sagre, cuocevo gli spiedini, c’erano diecimila persone” è il ricordo del portalettere Gianfranco Calcani delle ore precedenti al sisma. Poi la scossa delle 3 e 34. Un’apocalisse. “Ero rientrato a Montereale, a pochi chilometri da qui. Avevamo appena vissuto il sisma dell’Aquila. L’incubo si stava ripetendo”. Il personale di Poste venne allertato a poche ore dal sisma: venivano spostate le macchine e lasciato spazio ai mezzi della Protezione Civile. “Due giorni dopo, insieme a Rita Polzella, eravamo già operativi in un camper – racconta Stefano Rauco – abbiamo garantito i clienti che avevano perso i Buoni e i Libretti sotto le macerie. Il primo settembre abbiamo assicurato il pagamento delle pensioni. Il primo sportello bancario, invece, ha riaperto dopo un mese”.
L’impegno di Poste e Croce Rossa Italiana
A rendere ancora più delicata la situazione è stata poi la pandemia da Covid 19, i cui danni sono ancor più amplificati per chi già vive una situazione di estremo disagio, come nel caso delle persone colpite dal violento terremoto dell’Italia centrale del 2016. Proprio in virtù di questo, Poste Italiane e Croce Rossa Italiana, nell’ambito del Progetto “Sentieri di Prossimità”, hanno messo a disposizione delle popolazioni delle quattro regioni colpite dal terremoto, dei team costituiti da psicologi e assistenti sociali, che stanno ricevendo tantissime telefonate. Il progetto, che fino allo scoppio della pandemia si svolgeva direttamente sul territorio, adesso è gestito grazie alla tecnologia. Gli esperti vengono contattati direttamente via telefono da chi necessita aiuto e, inoltre, grazie anche al servizio di assistenza h24 di CRI per le persone, la possibilità di raggiungere più utenti che abbiano bisogno di consulenza psicosociale, si è innalzata. L’obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno e, in particolare, nella zona del cratere dove la popolazione ha già subito la sensazione dell’isolamento e dell’abbandono a causa del violento sisma del 2016.