Sensibile, introspettiva, sempre in prima linea in numerose campagne sociali e umanitarie, Rossana Casale è una delle cantautrici più apprezzate, coraggiose ed evergreen del panorama musicale italiano. Spaziando con stile dal blues alla musica etnica, ha calcato più volte il nobile palco dell’Ariston di Sanremo, con canzoni che hanno fatto epoca. E così è arrivato il successo di “A che servono gli dei” del 1989 e il terzo posto nel 1993 con “Gli amori diversi”. Rossana, da qualche tempo, ha unito il suo talento musicale con quello di altre due meravigliose cantautrici, Grazia Di Michele e Mariella Nava. Dalla loro collaborazione è nata “Segnali Universali”, il nuovo singolo delle tre “eterne ragazze” della canzone italiana. Ed è proprio da qui che partiamo per conoscere più da vicino il momento professionale che sta vivendo questa artista, nata a New York 61 anni fa.
Rossana, ecco “Segnali Universali”, il vostro nuovo singolo. Come è nata l’idea?
“L’idea nasce da argomenti che abbiamo sviluppato in comune: l’amore universale che muove tutte le cose e i segni che ci girano attorno e che vogliono trasmetterci qualcosa ma che spesso, purtroppo, noi non cogliamo. Da qui io, Mariella e Grazia, abbiamo creato una discussione, abbiamo raccolto il nostro reciproco sentire, che ci ha poi condotte a realizzare questo brano”.
Nessuna discussione, durante il vostro confronto quotidiano?
“Certo, come no. In fin dei conti abbiamo tre caratteri forti, quindi capita che ci scontriamo, perché nessuna intende cambiare la propria idea e, a volte, neppure una sola parola o una virgola! Ma la nostra grande amicizia ci consente di superare questi piccoli momenti di discussione”.
“Cantautrici” è il nome di un più vasto progetto attraverso cui vi state impegnando a promuovere la musica d’autore femminile. Quanto c’è bisogno di riprendere questo tipo di musica al giorno d’oggi?
“Noi donne facciamo più fatica ad ottenere credibilità. Ed è una cosa alla quale ci dobbiamo ribellare. Assieme alle mie colleghe ed amiche Grazia Di Michele e Mariella Nava, ci siamo prese la responsabilità di portare nel nostro tour ogni volta una giovane cantautrice, alla quale facciamo iniziare i nostri concerti. Un modo per far conoscere alla gente la bravura dei giovani musicisti”.
Le lettere, come i diari, sono qualcosa di personale che andrebbe sempre preservato: sei d’accordo?
“Si, sono d’accordo. Le lettere riescono ad arrivare all’animo delle persone. Affidare alla propria mano e alla propria penna dei pensieri da condividere con una persona intima e lontana, crea emozioni sincere. Io mi reco spesso all’Ufficio Postale. È un’esperienza che mi piace. Ho anche l’app di Poste Italiane che mi accompagna sempre e ovunque”.
Ricordi una lettera in particolare, che ti è capitato di spedire o di ricevere e a cui sei particolarmente affezionata?
“Ricordo con emozione la lettera che spedii e alla quale allegai tutti i documenti di mio padre, necessari per far ottenere la cittadinanza statunitense a mio figlio. In quella lettera c’era tutta la mia storia. E quella della mia famiglia. Il pensiero che, con quella lettera, univo la mia vita a quella di mio figlio, è un ricordo che conservo nel cuore”.