Viaggiano su aerei giganti C-130 o C-27 di trasporto strategico dall’Italia verso “Teatri Operativi” e portano messaggi di bellezza e amore. Sono i pacchi e le lettere che dal nostro Paese coprono lunghe distanze, dove anche militari italiani sono impegnati in missioni di pace. Luoghi lontanissimi dalla patria e soprattutto dai propri cari. Da lì comunicare è difficile. Anche al tempo della rete multimediale. E proprio in queste circostanze che i simboli recuperano l’originario valore sociale. Così Poste Italiane garantisce la distribuzione della corrispondenza attraverso speciali dispacci, anche nel più lontano villaggio dell’Afghanistan, con il prezioso sostegno dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare.

L’amore per i soldati
Giulia Piras, moglie di un soldato, ha creato tempo fa “I Love my soldier”. Un’iniziativa a tema che raccoglie regali, lettere e piccoli pacchi, da inviare periodicamente ai militari che stanno per mesi e mesi in paesi con situazioni politiche complesse. Il cuore delle operazioni di invio è il Reggimento Logistico “Folgore” che interfacciandosi con il Centro di smistamento postale di Ospedaletto (Pisa), provvede alla consegna dei plichi al personale della 46^ Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare, per il successivo invio in “Teatro Operativo” attraverso i vettori aerei (C-130 o C-27). La posta quindi parte con il primo volo utile. Arrivata a destinazione, viene gestita dalla JMOU (Joint Multimodal Operation Unit), controllata dal Nucleo CBRN (Chimico Biologico Radiologico Nucleare), e assegnata all’Ufficio postale del Contingente. In particolare, in Kosovo il servizio postale è attualmente gestito dal Gruppo di Supporto di Aderenza (GSA) del Multinational battle Group West. Questo, tramite un Ufficio preposto, localizzato all’interno della base di “Villaggio Italia”, si occupa dello smistamento dei pacchi al personale. La fase finale, la più attesa, è ovviamente, la consegna ai soldati.