Conduttrice, autrice, inviata e giornalista: Metis Di Meo è una personalità poliedrica nel panorama artistico italiano. La sua più recente esperienza televisiva si chiama “Il Nostro Capitale Umano”, trasmissione di Rai2 che, la scorsa settimana, ha visto andare in onda l’ottavo e ultimo appuntamento. Una trasmissione che ha raccontato il mondo del lavoro attraverso storie di orientamento, formazione e riqualificazione professionale: esempi positivi di come la domanda si incontra con l’offerta, grazie alle agenzie per il lavoro, ai fondi per la formazione e per il welfare.
Metis, nella vita sei conduttrice, inviata, attrice e autrice. Come riesci a tenere insieme tutti questi ruoli?
“Ho lasciato la recitazione già da molti anni perché, pur essendomi divertita molto, credo che quel ruolo fosse incompatibile con ciò che voglio essere. E perché non vi era corrispondenza con la gestione dei tempi. Il ruolo di autrice e conduttrice, invece, è molto diverso. E mi permette di essere autonoma e di gestire in prima persona quello che faccio. Io ho sempre voluto raccontare storie, ma secondo il mio stile e il mio modo di vedere la realtà, le persone e ciò che gli accade”.
C’è un programma che ti è rimasto nel cuore per il significato che quel programma ha avuto per te?
“Questa è una bella domanda. Direi che l’ultimo (“Il Nostro Capitale Umano”, ndr) è sempre quello che ti lascia le sensazioni più vive. Ma sono affezionata anche a Uno Mattina, un contenitore nel quale vi è sempre il giusto bilanciamento fra approfondimento, informazione e racconto. Un’informazione che non cerca a tutti i costi il “dolore”, ma è costruita su un format fatto di verità e anche di positività”.
Cosa vuol dire oggi “creare” nella tv italiana?
“Oggi è molto difficile creare. Sperimentare nuovi format e nuove tecnologie incontra sempre qualche ostacolo. È una strada ardua. La tv è ancorata a tante abitudini ormai ataviche, come quella del non voler rischiare e del non sperimentare”.
Che esperienza è stata “Il Nostro Capitale Umano”?
“È stata un’esperienza molto intensa. È stato un piacere lavorare con uno staff giovane, tutti under 40, con idee nuove. Così deve essere la tv: occorre prendersi delle responsabilità, sperimentare nuovi linguaggi, osare. Solo così avremo la possibilità di recuperare un target di persone, penso ai giovani, che si stanno allontanando sempre più dalla tv”.
Che momento è oggi per il mondo del lavoro in generale, nel mezzo della pandemia?
“Seppur nella tragica negatività, è un momento che vede un’accelerazione nei cambiamenti. Stiamo entrando in un’era sempre più digitale. Emergono nuovi settori strategici e le aziende ricercano nuove figure professionali. Ci sono nuovi ruoli da intraprendere. La formazione è sempre più importante. Occorre far incontrare positivamente domanda ed offerta e comprendere perché, fino ad oggi, questa relazione non si è sempre realizzata”.
C’è un pacco o una lettera, spedita o ricevuta, alla quale ti senti affezionata?
“Qualche giorno fa ho ricevuto un pacco bellissimo: dentro c’era una stampa in 3D con inciso il logo e il nome della mia ultima trasmissione. È stato l’omaggio di uno degli ospiti che avevamo invitato. Davvero un regalo inaspettato”.
Sei anche una delle testimonial di Poste Italiane.
“Ed è un’esperienza bellissima. In questa sorta di divertenti sit-com, spiego ai più grandi e agli anziani, in un modo molto familiare, alcuni dei servizi di Poste, come ad esempio Postemobile o Postemobile Casa Web. Questa azienda è una delle più accoglienti che esistano e, nelle nostre rappresentazioni, vogliamo proprio evidenziare questa caratteristica di grande familiarità”.