Lorenzo Bitti ha cominciato a correre per caso. O meglio, lo ha fatto per lavoro. Da portalettere, come lui stesso racconta, ha fatto di necessità virtù, correndo da un civico all’altro per stringere i tempi. Questo lo ha portato a migliorare sia le sue performance lavorative sia le sue doti di runner. Un “allenamento” quotidiano che ha unito la sua passione per il lavoro a quella per l’attività fisica, fino al punto di gareggiare alla Spartan Race, una competizione a ostacoli nata negli Stati Uniti e diffusasi in altre nazioni con migliaia di partecipanti. “Non è proprio una passeggiata – spiega Lorenzo – Anzi, spinge i partecipanti a superare gli ostacoli e a misurarsi con i propri limiti. Sentendomi più in forma del solito ho preso la palla al balzo e pur avendo solo un paio di mesi mi sono allenato duramente anche solo per partecipare e testare fino a che punto potevo arrivare. Non ero del tutto sicuro di cosa avrei trovato, la competizione è composta da varie categorie, in base ai chilometri e al numero di ostacoli che si intendono affrontare e i tracciati non sono sempre gli stessi perché cambiano i contesti dove si svolgono, cambiando anche il tracciato dove si articola la tipologia di ostacolo”. Il tracciato è a sorpresa: se ne può solo scegliere la lunghezza, dando quel pizzico di avventura e di imprevisto che non guasta mai. Inoltre, va considerato che un ostacolo non completato è soggetto a penalità che tramutano svolgendo sul posto 30 burpees, praticamente una flessione a terra sulle braccia a cui segue uno slancio in alto, per 30 volte, per proseguire nella corsa verso il prossimo ostacolo.
La prima volta
Lorenzo racconta così il suo esordio nella Spartan Race: “Sono partito a cuor leggero e mi sono trovato in Piemonte, circondato da persone più giovani di me. La mia preparazione ha dato buoni frutti perché, dopo un paio di chilometri, ho fatto il vuoto davanti a me cominciando a doppiare i partecipanti delle batterie partite quindici minuti prima”. Alla fine, nella sua categoria, Lorenzo arriva 22esimo su 124. “Già nel viaggio di ritorno fantasticavo sulla prossima gara e come poter allenarmi per un tracciato più lungo. Sicuramente negli ultimi vent’anni è lo spirito giusto che mi ha guidato nella quotidianità fatta di nuove sfide lavorative, spesso diverse tra loro, ma sempre con lo scopo di portare a termine la giornata in maniera coerente e soddisfacente, anche se nel fare il postino, correndo da un civico a un altro, la soddisfazione più grande è vedere il sorriso di un’anziana a cui porti la posta o il bambino che aspetta con ansia il suo fumetto o il giocattolo tanto atteso saltando e gridando per la gioia. Questi – conclude Lorenzo – sono i ricordi che più mi rimangono nel cuore e a cui faccio riferimento quando penso al lavoro; lavorare per il progresso di una società civile, dove le persone sono al centro”.