“Sono una ragazza fortunata”. Lo ripete più volte Carolina Rey: conduttrice, attrice e cantante classe 1991, una delle rivelazioni dell’ultima edizione di “Tale e Quale show”, il programma di Rai1 condotto da Carlo Conti arrivato quest’anno alla sua decima edizione. Come canta Jovanotti anche a lei hanno regalato un sogno: “Tale e Quale è un programma che sognavo di fare da anni. Mi sento fortunata perché in un periodo di crisi e di emergenza ho avuto la possibilità di fare un’esperienza che mi ha dato tantissimo e chi mi ha fatto crescere sia a livello professionale che umano. È stato un viaggio emozionante, divertente, istruttivo”. Nata e cresciuta a Roma, Carolina in tv ha vestito i panni di Laura Pausini, Nada, Elisa ma nella vita è una giovane mamma che la passione per il canto l’ha sempre avuta (da piccola ha fatto anche parte del Coro delle Voci bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia): “Tutti dovremmo cantare un po’ di più: mette di buon umore ed è liberatorio. Oggi ne abbiamo bisogno”. E mentre si avvicina un Natale “particolare” Carolina confida a Postenews come farà per far arrivare “un po’ di affetto e calore” ad amici e parenti che non potrà rivedere: “Spedirò tante cartoline di auguri”.
Carolina, come è stato partecipare a “Tale e Quale show”?
“Ho vissuto quasi tre mesi meravigliosi, intensi, pieni di emozioni forti e mi sento davvero fortunata per l’occasione che ho avuto. È un momento difficile per i lavoratori dello spettacolo e partecipare a ‘Tale e Quale’ mi ha fatto sentire privilegiata. Ho tanti colleghi fermi perché teatro e cinema sono fermi: non è scontato avere l’opportunità di lavorare in tv, di fare un lavoro così bello. È stata una gioia, un regalo. Non smetterò mai di ringraziare Carlo Conti, gli autori, i giudici, i coach e i miei compagni di avventura che non sono solo degli artisti strepitosi ma anche e soprattutto delle belle persone. Sì, sono stata fortunata anche per questo. È stata un’avventura indimenticabile. ‘Tale e Quale’ è una trasmissione che sognavo di fare da anni: un programma unico nel suo genere, che ti assorbe a 360 gradi e che ti mette anche di fronte a sfide faticose. Ma che ti dà la possibilità di crescere professionalmente, qualcosa di raro e prezioso. Sono cresciuta perché intorno a me avevo un gruppo di grandi professionisti.
Il canto ha sempre fatto parte della tua vita.
“Amo cantare. Cantare fa bene, diminuisce lo stress, è liberatorio e mette di buon umore: non è un caso che in primavera, in piena prima ondata, l’Italia si sia ritrovata a cantare sui balconi. Tutti affacciati per intonare una canzone, tutti lontani ma tutti insieme. È stato emozionante. Ricorderò sempre quelle immagini con grande affetto. Siamo un popolo verace, che sa trasmettere le proprie emozioni, siamo calorosi, colorati, abbiamo voglia di esprimerci. Quando tutto questo finirà avremo tutti voglia di leggerezza e di fare festa: il mio consiglio? Fate in modo che nel vostro gruppo di amici ci sia sempre qualcuno che suoni la chitarra. E poi cantate, cantate, cantate”.
Che rapporto hai con la corrispondenza?
“Non ho mai perso l’abitudine di mandare cartoline: credo sia una tradizione quando si viaggia, da preservare. Ricordo da ragazzina la magia di riceverle e la curiosità di scoprire in chissà quale luogo una persona si trovasse”.
E le lettere?
“Io scrivo tanto: biglietti, bigliettini, lettere. Per Natale spedirò tanti biglietti di auguri. Anche quello racchiude in sé tanti gesti importanti: la scelta del biglietto, il pensare cosa scrivere, scrivere di proprio pugno. Io sono molto emotiva e dimostro il mio affetto anche così. Mettere le emozioni nero su bianco significa regalare una sensazione che resterà per sempre. Dovremmo tutti farlo più spesso. Oggi le storie su Instagram durano solo 24 ore. Una lettera lascia un segno per sempre. Ha un valore che resta. Una lettera importante va sempre conservata: io ne ho un cassetto pieno a casa. Guai a chi le tocca”.